CONFEURO: COSI’ E’ POSSIBILE RIPARTIRE

Mag 4, 2020 | NEWS

All’alba della fase due, anche l’agricoltura chiede ora il giusto riconoscimento e gli strumenti per ripartire dopo la tempesta. Confeuro chiede indispensabili rapidità di azione e sburocratizzazione

Tra le poche certezze di questa inedita emergenza, c’è stata quella di trovare sugli scaffali dei supermercati i generi alimentari di sempre. Il risultato è stato per certi versi sorprendente: non si è assistito alle temute corse all’accaparramento che avrebbero peggiorato uno scenario già critico. Tra i tanti lavoratori celebrati a ragione per il loro coraggio, un posto in prima fila spetta dunque agli agricoltori e ai braccianti agricoli che non si sono fermati un solo giorno.

All’alba della fase due, anche l’agricoltura chiede ora il giusto riconoscimento e gli strumenti per ripartire dopo la tempesta. Per la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo (Confeuro), rete sindacale che riunisce oltre 270mila aziende, il Governo e la ministra per le Politiche agricole Bellanova si stanno muovendo nella giusta direzione. Ma sono indispensabili rapidità di azione e sburocratizzazione: “Gli strumenti messi a disposizione delle aziende agricole dal decreto ‘Cura Italia’ e dal decreto ‘Crescita’ sono positivi, ma se le procedure saranno farraginose e i tempi di erogazione dei fondi lunghi, a pagarne il prezzo saranno i nostri agricoltori e di conseguenza tutto il Paese”, spiega il presidente di Confeuro Andrea Michele Tiso.

Per Confeuro, la carenza di manodopera nei campi è la priorità assoluta. Per questo bisogna affrontarla utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, inclusa la sanatoria degli irregolari, che avrebbe anche il pregio di sottrarre i migranti ai ricatti delle mafie e del caporalato. Per facilitare l’impiego a tempo dei braccianti, un’app creata ad hoc potrebbe inoltre consentire alle aziende di comunicare in modo quasi istantaneo le ore di lavoro senza bisogno di ricorrere ai voucher.

Tuttavia i migranti potrebbero non bastare: “Si sta giustamente pensando alla possibilità per i percettori di reddito di cittadinanza di prestare la loro opera nei campi, ma bisogna fare in modo che quanti si renderanno disponibili non siano in alcun modo penalizzati. Se si vogliono salvare i raccolti, occorre poi pensare a una riapertura più veloce nelle regioni del sud meno colpite dal coronavirus”, continua Tiso.

Altro snodo cruciale sarà la richiesta di estensione della Pac e degli attuali livelli di finanziamento proposta dagli eurodeputati, che dovrà passare al vaglio della Commissione europea e dei ministri dell’agricoltura. Dagli operatori di settore l’appello è unanime: la nuova Pac può attendere, così come i previsti tagli al suo bilancio.

Le risorse non sono però l’unico tema in agenda. La questione ambientale non può essere accantonata e le promesse governative di un Green New Deal non sono state dimenticate: “E’ indispensabile un cambio di paradigma dello sviluppo agricolo, che deve diventare la vera forza ispiratrice di qualunque misura futura. E’ giunto il tempo di promuovere un’agricoltura più solida in termini ecologici, bio-diversificata, resiliente, sostenibile e socialmente alternativa. Non c’è altra strada percorribile se si vuole dare un futuro all’agricoltura e preservare l’ambiente in cui viviamo”, conclude Tiso.

Pubblicato il 4 maggio 2020 su www.LaStampa.it:
https://www.lastampa.it/economia/agricoltura/2020/05/04/news/agricoltura-confeuro-cosi-e-possibile-ripartire-1.38801867