Per il rilancio del settore agricolo c’è bisogno di coinvolgere con decisione le Pmi del comparto, e per riuscirci è essenziale garantire loro le risorse per ammodernarsi ed effettuare investimenti.

In queste settimane si è assistito all’ennesimo salvataggio, mediante l’uso del denaro pubblico, di alcuni istituti di credito, ma cosa è stato chiesto a queste banche in termini di accesso al credito verso quelle aziende fondamentali per lo sviluppo del Paese? Di questi elementi non si hanno notizie e questo non fa altro che alimentare l’idea di favoritismi fatti alle grandi lobby.

L’esecutivo attuale non può essere ritenuto il solo responsabile delle difficoltà italiane, ma nonostante nel suo mandato siano state fatte anche alcune cose positive è ancora ben lontano dall’attuare quel cambiamento tante volte annunciato e che ha tanto illuso i cittadini e gli agricoltori.

Per il riscatto italiano serve più che mai una nuova morale e una nuova cultura politica che abbia al centro le realtà produttive della penisola dimenticando totalmente quei vincoli clientelari con quei poteri forti che, dopo aver affossato il Paese e il mondo agricolo, oggi vorrebbero dargli il definitivo colpo di grazia con accordi come il Ceta e il Ttip.