Tra le conseguenze della crisi economica c’è anche l’avanzata della criminalità organizzata, che grazie a grandi disponibilità di liquidità e al potere esercitato in alcune aree del Paese minaccia le piccole e medie imprese agricole – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Proprio in questi giorni, le denunce della Direzione Investigativa Antimafia e gli arresti nelle province di Caltanissetta e Agrigento hanno acceso i riflettori su un fenomeno che non è certo nuovo, ma che rischia di aggravarsi in un momento delicato come quello attuale. L’agricoltura sana, che si prende cura del territorio e funge da motore del nostro sistema economico, va salvaguardata con tutti i mezzi a disposizione soprattutto ora – continua Tiso. Le istituzioni sono perciò chiamate a vigilare con la massima attenzione, coinvolgendo la magistratura e le forze dell’ordine affinché le infiltrazioni della malavita siano stroncate sul nascere e sia garantita la piena libertà d’impresa. L’attività di repressione tuttavia non basta. Bisogna proteggere le imprese più fragili, quelle più a rischio di diventare preda della criminalità, con sussidi mirati. Altrettanto indispensabile è la promozione della cooperazione tra i piccoli agricoltori attraverso le Organizzazioni dei produttori e altre forme di mutualità, che permettano loro di difendersi non solo dalle insidie del mercato ma anche da una malavita che ha messo da tempo nel mirino l’agricoltura e i suoi lavoratori.