FERMATE IL “MIGRANTE” (INIZIATIVA COMUNE)

Gen 29, 2019 | Dalla Confeuro

Crediamo che più di qualcuno sia curioso di conoscere cosa succede nel Mondo, mentre noi
tiriamo a “Morra” sui migranti?

Il gioco consiste nell’indovinare la somma dei numeri che vengono mostrati con le dita dai giocatori. Simultaneamente i due giocatori tendono il braccio mostrando il pugno oppure stendendo un numero di dita a scelta, mentre gridano (quasi a voler intimorire l’avversario) un numero da due a dieci (il “pugno” equivale all’uno e il dieci è anche chiamato proprio “morra”) generalmente in lingua locale. Ci rifiutiamo di credere che Conte e codazzo si siano giocati a Morra i 118 miliardi di euro in fuga dal Belpaese.

E giù andiamo, lancia in resta, contro il resto del continente alla ricerca di scontri diplomatici contro Bruxelles, Parigi, Amsterdam, mentre la finanza globale sta scappando dall’Italia a gambe levate, evidentemente preoccupata dal nostro mix letale tra debito pubblico gigante (che sale) e crescita economia asfittica (che si sgonfia), ma anche dallo stallo totale della produttività delle nostre imprese, problema enorme cui il governo gialloverde si è dimostrato totalmente indifferente, tanto da aver sforbiciato gli investimenti di Industria 4.0. Gli economisti sostengono che: “I capitali leggono i numeri, non i titoli dei giornali”. In particolare osserva Galli che, nel 2018 gli investitori esteri hanno tolto 36 miliardi dal debito pubblico italiano e 26 miliardi dalle imprese italiane, per metterli altrove. A questo, vanno aggiunti 56 miliardi circa di capitali italiani che, sempre nel 2018, sono stati investiti oltre confine. Il totale? 118 miliardi, per l’appunto.

Un punto di Pil vale circa 20 miliardi di euro: fate i vostri conti. Cosa sarebbe l’Italia se quei 118 miliardi stessero entrando, anziché scappando?

E quanta crescita riusciremmo a generare con investimenti mirati e quanta di questa crescita riusciremmo a redistribuire ai ceti meno abbienti, col gettito fiscale di un Paese che investe e cresce? E quante assurde guerre tra poveri, tra disperati alla deriva e terremotati al freddo e al gelo, ci risparmieremmo?

Cosa sarebbe l’Italia se quei 118 miliardi stessero entrando, anziché scappando? Quanti investimenti riusciremmo a fare, senza aumentare il debito pubblico, se riuscissimo ad attrarre capitali, anziché farli fuggire?

Quale futuro può avere un Paese, che rinuncia agli investimenti e punta sui pensionati e disoccupati?

Tutte domande alle quali vanno date risposte proprio al popolo, atteso che le scelte le fa il governo e le cambiali le scarica sul popolo. Diversamente è già conclamato il fallimento di questo governo.

Gruppo di Cooperazione e di Proposte