DECRETO GENOVA: AGRICOLTURA AL PETROLIO

Ott 19, 2018 | Dalla Confeuro

Gli uomini applaudono, le donne piangono, poche ore dopo la tragedia del ponte Morandi, sfilano i
ministri pentastellati a braccetto con l’arroganza sono stelle della speranza per migliorare l’esistenza di molti Italiani che hanno creduto in loro. I cittadini hanno apprezzato il senso del rinnovamento, di un impegno vero, equo per tutti, interventi immediati di presenza sul “fatto”, le promesse che questa volta non sarà più come prima, giustizia e responsabilità.
Fischi per i predecessori, rei di tutto e di niente. Anche questa volta, dopo circa due mesi,43 morti e centinaia di sfollati, la storia si legge sulla Gazzetta della Repubblica si tratta del Decreto Legge n.109 del 28 /09/2018: disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze. Entrata in vigore: 29/09/2018.
È stucchevole leggere. Articolo 41: “Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”. Che dice testualmente nel perfetto burocratese che connota anche il decreto Genova: “Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more di una revisione organica della normativa di settore, continuano a valere, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di cui all’articolo 2. Comma 1, lettera a) del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, i limiti dell’allegato IB del predetto decreto, fatta eccezione per gli idrocarburi (C10-C40) per i quali il limite è 1000 (mg/kg tal quale)”.
Non riusciamo a legare i morti del Ponte Morandi con i con i fanghi di depurazione e l’agricoltura o
peggio, cosa c’entrano con la Tragedia di Genova e i fanghi di depurazione gli idrocarburi (C10 – C40)??
Ci risulta che i verdi pensano di fare ricorso a Bruxelles, perché si sente odore di favoritismo!
Una risposta, però, la possiamo dare già noi: non c’entrano proprio niente. O meglio, c’entrano, nel senso che il decreto Genova era probabilmente il primo treno in partenza al quale agganciare almeno un paio di vagoni maleodoranti. Ma evidentemente così cari a qualcuno da tapparsi il naso mentre venivano caricati della merce da consegnare prontamente agli interessati. Non possiamo non rilevare: l’estensione del condono edilizio per Ischia. Isola martoriata dalla piaga dell’abusivismo, dove grazie all’articolo 25 del suddetto decreto sarà possibile non soltanto condonare le case abusive colpite dal sisma beneficiando delle norme più generose mai previste (quelle della sanatoria Craxi 1985), ma soprattutto ricostruendo gli immobili ex illegali, a totale carico dello Stato. Anche per questo generoso condono, paga Pantalone.
L’articolista continua: per capire la gigantesca portata della cosa, che l’estensore del 41 si guarda bene dal mettere in evidenza, basta dire che il limite ammesso per gli sversamenti di quelle sostanze sui terreni agricoli finora era di 50 mg/kg. Dunque con il decreto Genova il tetto viene adesso innalzato di ben venti volte.
Rende meglio ancora l’enormità del fatto un secondo paragone: il limite ammesso per lo sversamento in discarica degli idrocarburi C10-C40, secondo le norme è di 500 mg. In discarica. Ovvero metà di quanto ora si può scaricare sui terreni agricoli. Basterebbe verificare che in paesi come la Germania, la Svizzera e l’Austria, di questi reflui nemmeno a parlarne. È inaccettabile spargere veleni per Decreto.
Tutto questo è allucinante! Un rospo impossibile da ingoiare figuriamoci se si può digerire. Cambiare il Decreto è il minimo che si deve fare, prima di diventare potenziali killer. Eppure il titolare delle Infrastrutture ha sostenuto che questo provvedimento è stato scritto “con il cuore”.
L’augurio è che lo corregga il buon senso.

Confeuro