CONFEURO: BOOM AGROALIMENTARE ITALIANO, I COLTIVATORI RESTANO L’ANELLO DEBOLE DELLA FILIERA
Nel successo dell’agroalimentare italiano, vicino alla cifra record di 50 miliardi di export, il contributo dei produttori è stato fondamentale – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Anche a loro va quindi riconosciuto il giusto merito per questo risultato straordinario, che arriva dopo un periodo di grave crisi che ha messo in forte difficoltà l’intero sistema economico. Senza i coltivatori, molto semplicemente, l’agroalimentare non esisterebbe. Questi ultimi restano tuttavia la componente meno tutelata e meno forte di tutta la filiera.
La grande distribuzione organizzata – come ha sottolineato il presidente di Confidustria Bonomi – gioca certamente un ruolo fondamentale, ma parte molto spesso da una posizione di forza rispetto ai produttori che le permette di dettare le regole – continua Tiso. Una filiera di produzione può garantire buoni risultati nel medio e lungo periodo se ad ogni suo anello sono riconosciuti il giusto ruolo e un’equa remunerazione. In caso contrario, il vantaggio di alcuni va a ripercuotersi sull’intero meccanismo minandone alla lunga l’efficienza.
Per riequilibrare il sistema crediamo sia necessario favorire l’aggregazione dei coltivatori in organizzazioni di produttori, accrescendo così il loro peso negoziale nella fase di contrattazione dei prezzi. Nell’Unione europea gli agricoltori sono circa 11 milioni, molti dei quali lavorano in aziende familiari relativamente piccole e indipendenti. Per contro, vi è una concentrazione molto più elevata tra i trasformatori e i dettaglianti. Come riconosce la stessa Commissione europea, questa asimmetria nelle posizioni negoziali rende difficile per gli agricoltori difendere i loro interessi durante le trattative con gli altri operatori della catena di approvvigionamento.