Maltempo: “Effetto crisi climatica? Rischi anche per agricoltura”
“Si scrive maltempo, si legge crisi climatica? È chiaro ed evidente che i fenomeni atmosferici in atto nel nostro paese in questo primo scorcio d’estate – ma non solo – non possono definirsi normali o comunque dirsi in linea con le medie stagionali: alluvioni e frane tra Cogne e Cervinia, tromba d’aria nel ravennate, chicchi di grandine come palle da golf in provincia di Matera. Mentre in molti territori del Belpaese, al contempo, il caldo torrido ha già preso il sopravvento. Insomma, siamo di fronte a eventi meteorologici estremi, contraddittori, che devono essere analizzati adeguatamente e non posso essere sottovalutati dalla politica e delle istituzioni, che a loro volta non devono commettere nemmeno l’errore di “normalizzare” il cambiamento climatico.
Visto e considerato che proprio quest’ultimo – Confeuro lo sottolinea con forza – sta determinando impattanti conseguenze sui territori e sulle popolazioni mondiali. In particolare sulla agricoltura, i cui effetti si stanno mostrando davvero in maniera molto negativa: dal degrado del suolo alla devastazione delle coltivazioni, dalle rese più instabili all’incremento del fabbisogno idrico a causa delle temperature più elevate.
Nel contesto della Ue, ad esempio, Confeuro suggerisce con forza l’incremento del sostegno al reddito agricolo tramite nuove e differenti polizze assicurative (che ad oggi non riescono ad affrontare e risolvere il problema), da inserire all’interno di una improcrastinabile revisione della Pac. Più in generale, infine, nei prossimi anni il comparto agricolo – italiano, europeo e internazionale – dovrà affrontare grandi sfide, tra cui assicurare la sicurezza alimentare per una popolazione mondiale in forte crescita e tutelare la biodiversità rispetto a condizioni produttive in continuo mutamento e sempre più instabili.
E per riuscirci le principali economie mondiali – Italia inclusa – devono monitorare il cambiamento climatico, senza distorsione percettive e opportunismo politico. Altrimenti, il futuro per la nostra comunità e le prossime generazioni non sarà così roseo”.