CONFEURO: L’AGRICOLTURA ITALIANA CONTINUA A CRESCERE NONOSTANTE IL TAGLIO DEI SOSTEGNI. RIMETTERE AL CENTRO MEZZOGIORNO E GREEN DEAL
L’agricoltura italiana è sempre più in grado di reggersi sulle proprie gambe e di svilupparsi nonostante la riduzione del sostegno pubblico – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. L’ultimo rapporto del Crea rivela che negli ultimi 20 anni i fondi pubblici per il primo settore si sono ridotti di ben 4 miliardi di euro. Lo studio analizza anche la distribuzione dei fondi, sottolineando che sono per la maggior parte destinati alle regioni del nord dove prevale l’agricoltura intensiva.
L’immagine consolidata dell’agricoltura come settore assistito non rispecchia più la realtà in rapido mutamento – continua Tiso. Il dato sulla riduzione dei sostegni si può leggere da diversi punti di vista. Da una parte rispecchia il crescente disimpegno pubblico da un settore fondamentale per il sistema Paese, un dato che non può essere giudicato in modo positivo. Dall’altra conferma la forza dell’agricoltura, che prosegue il suo sviluppo mostrando di sapersi adattare alla congiuntura con rinnovata vitalità. Il settore primario è insomma sempre meno dipendente dai contributi europei, nazionali e regionali e sempre più solido e autonomo, grazie alla crescente capacità di fare impresa.
L’analisi del sostegno pubblico non può naturalmente limitarsi al dato quantitativo, ma deve estendersi anche a quello qualitativo per comprendere come sono spesi i fondi. Sotto questo profilo emergono due nodi critici: la spesa pubblica è diretta per lo più al nord, che gode già di un vantaggio competitivo e infrastrutturale rispetto al Mezzogiorno, e sostiene in modo prevalente proprio quelle coltivazioni di carattere intensivo che il Green Deal europeo vorrebbe limitare. È quindi indispensabile correggere questi squilibri se si vuole rilanciare il nostro Sud e realizzare la transizione ecologica.