AGRICO(U)LTURA: L’ALBA DOPO LA NOTTE

Gen 15, 2018 | Dalla Confeuro

La legge è più o meno uguale per tutti, anche la possibilità di parlare c’è l’hanno quasi tutti, e poi la democrazia è sinonimo di ascolto, e anche partecipazione, alcuni diritti ma spesso solo doveri !!
Sembra che tutto vada dal verso giusto, poi nella realtà alcuni hanno tutto e altri proprio niente?
Da più parti si sente dire che è solo un problema culturale. I bene informati “Se lo Stato avesse sviluppato a dovere l’educazione tecnica e avesse cavalcato la seconda rivoluzione industriale, lo sviluppo sarebbe stato non solo più vigoroso, ma anche più equilibrato.
Il fallimento dello sviluppo meridionale, il fallimento che ha generato il divario Nord-Sud, è il fallimento dello sviluppo nazionale”.
Le solite deduzioni teoriche. Troppo spesso, durante la storia, interessi nascosti e di parte, miopia, scarsa capacità di analisi, visione religiosa, hanno inficiato pesantemente lo sviluppo economico e sociale del Paese.
È impensabile rispondere con la sintesi alla complessità; la vita delle persone, degli esseri umani è caratterizzata dalle scelte dell’élite politica e dalla capacità di analisi dell’élite accademica. Se la qualità di queste due categorie, non le sole, è bassa, il costo è pesantissimo.
Il sistema primario e il commercio agricolo sono da sempre ambiti più protetti e regolati di altri, per ragioni che attengono alla necessità di assicurare l’accesso al cibo a prezzi ragionevoli ai propri cittadini. È il primo gradino della scala del benessere, la base su cui fondare la stabilità sociale e la crescita economica di un Paese.
La crescita e la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole stanno ulteriormente compromettendo la già fragile situazione economica e politica di molti paesi a basso reddito. Si tratta per la maggior parte di importatori netti di derrate alimentari, che risentono in modo particolare dell’aumento dei prezzi del cibo.
Se diamo la colpa della volatilità agli speculatori, forse sbagliamo analisi, ricetta e cura. E questo non è più tollerabile, perché parliamo della vita di centinaia di milioni di esseri umani.
Chi produce derrate agricole? L’uomo. Chi trae i maggiori profitti da questa produzione? Sicuramente non l’uomo che produce. Tutto questo non é normale. il lavoro deve avere un valore! il lavoro non sia solo un modo per avere un salario ma un mezzo per esprimere le qualità e l’identità dell’essere umano.
A questo punto si faccia luce. Non quella artificiale. Gli agricoltori conoscono la vera luce. L’alba torna sempre dopo la notte ed è pari alla vitalità e gli occhi dei giovani a patto che, questi giovani, non sfuggano alla complessità del momento.
La vita è fatta di fasi e la storia è caratterizzata da epoche/ere; l’importante è non morire di realismo e continuare a sognare.