BAMBOLE & PUPI (Iniziativa Comune)

Dic 14, 2018 | Dalla Confeuro

Ti ricordi, amico mio quando c’erano i comizi, le piazze piene, insuperabile era il contraddittorio Bianchi contro Rossi ogni tanto, però, il Rosso diventava rosato e il bianco ad un giallino sempre più simile al colore rancido?
Si duellava a colpi di proposte: “Popolo di Troia, volete che in casa arrivi l’acqua?” e prima del coro dei sì, noi ragazzini con il vezzo di sprecare tutto, in coro: “Ma cosa dici ?…. ma un boato di “SÌ” cancella la nostra domanda è con essa si porta via anche la proposta!
Tempo dei tempi “neri” quasi dimenticati, perché la politica non è detto che la facciano i pupi moderni che si mischiano alle scollature delle nuove bambole, sdraiate sugli scranni del Parlamento, come segno di novità, ma soprattutto come messaggio che “finalmente tutto è cambiato”.
Tutto questo “nuovo”, se un duemilauno, venuto su senza troppi grilli per la testa, insetti che si stanno estinguendo molto più in fretta delle api e delle farfalle. (E anche questo è un bruttissimo segno per l’umanità, perché i grilli per la testa dei giovani a volte possono dare fastidio, ma impollinano il mondo di idee, e se spariscono sarà difficile che fiorisca qualcosa di nuovo).
Tanto per dire, uno dei motivi per cui non vede l’ora di compiere diciotto anni, lui che non fuma, non beve e intende continuare a muoversi a piedi e in bicicletta è che il prossimo anno potrà votare. Per le Europee, occasione che per lui vale doppio, perché nella Ue ci è nato e cresciuto e in tutta la sua vita ha frequentato solo scuole su cui sventolavano insieme il tricolore e la bandiera stellata. Il suo euro-entusiasmo è cresciuto mano a mano che si è appassionato alla storia, scoprendo che per millenni, anzi, fino a pochi decenni fa, la Storia è stata solo un lungo elenco di guerre sanguinose fra Paesi che per i ragazzi di oggi sono stanze di una stessa casa, dove nessuno chiude le porte a chiave.
È una romantico, mio nipote, dovete saperlo. E non solo in fatto di Europa. È anche nemico di ogni tipo di sessismo e razzismo. Si indigna alle notizie di lavoratori schiavizzati o di operai licenziati in blocco dopo anni di lavoro e di promesse mancate. Si preoccupa per i dati che dimostrano come il clima sta cambiando per colpa dell’inquinamento. Detesta i politici che urlano, offendono e parlano male, a qualunque schieramento appartengano, ama gli scrittori e i giornalisti che smascherano le ingiustizie. Ammira gli scienziati che illuminano la strada al mondo, gli unici veri ottimisti perché, se c’è qualcosa di sicuro, è che nella natura c’è tanto da scoprire e che prima o poi, provando e riprovando, verrà scoperto.
Ci sarebbe un solo regalo degno di un ragazzo come lui, e di tutte le ragazze e ragazzi come lui – perché ce ne sono tanti, e voteranno per la prima volta l’anno prossimo. Un regalo utile, ma che, come tutti i regali veramente utili, sappia essere un pizzico dilettevole. Che duri e non si rompa dopo due giorni, e la cui manutenzione non costi un occhio. Un regalo che possa sentire suo, ma anche dividerlo con gli altri per fare qualcosa di bello. Un regalo che gli faccia spalancare gli occhi dalla sorpresa e dire: «Grazie! È proprio quello che volevo ma non ci speravo! Si può sapere come hai fatto?»
A mio nipote vorrei regalare un partito “rosso”. Un partito fatto di tizi che, nell’era della turbocomunicazione, non riescono nemmeno a mettersi d’accordo su una cena. Quando provano ad alzare la voce si impappinano e vengono spernacchiati dai loro stessi compagni prima che dagli avversari
È una delle poche cose che io avevo a 23 anni (e l’ho votato per la prima volta proprio alle Europee) e che non posso dare a mio nipote, al quale per il resto non ho fatto mancare nulla. E ci sto male. Perché lui vede che i ragazzi degli altri Paesi ce l’hanno, un partito così, anzi, a volte ne hanno anche due o tre, in varie sfumature di rosso e di verde, che difendono i più deboli, sostengono i diritti civili, si battono per non ridurre il mondo a una pattumiera surriscaldata, e sanno postare video decenti sui social. E quei partiti i giovani non devono limitarsi a votarli: se vogliono far parte dando un contributo e magari candidarsi alle elezioni sotto la loro bandiera. In Italia un partito così non esiste. Anzi, né così né in altro modo. Quelli che ci sono si comportano da troppo tempo come bambini dell’asilo che devono organizzare da soli la recita di Natale.
Per mio nipote ci vorrebbe un partito che stesse a «Propaganda Live» come le ore di lezione stanno all’intervallo. Vedo la frustrazione negli occhi di mio nipote progressista, e mi sento stringere il cuore, mentre spero ardentemente che uno di questi giorni mi annunci che per i suoi diciotto anni gli piacerebbe tanto organizzare una festa con un rapper che sa farlo divertire.
Meglio Lui, che le solite “insegne” dove c’è scritto pane e lavoro. Quasi quasi gli regalo una “bambola” di quelle alte, a grandezza d’uomo. Potrebbe rifiutarla, e inveire: “Non sono un pupo!”.
Conoscendolo sono certo che andrà a votare…..per chi o per cosa, possiamo solo immaginarlo.