L’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli di base non può più essere ignorato e richiede un intervento straordinario del governo per tutelare un settore strategico, mobilitando tutte le risorse disponibili – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Le quotazioni di mais, grano, soia e riso hanno raggiunto il record degli ultimi dieci anni per via del conflitto in Ucraina e delle difficoltà legate ai raccolti, generando inflazione e carenza di alcune derrate essenziali. Se si vuole davvero salvaguardare l’agricoltura e la popolazione, il tempo degli indugi è finito.
Circa l’11% delle aziende agricole italiane sono state costrette a cessare le loro attività, mentre il 30% lavora in perdita a causa dell’aumento dei costi – continua Tiso. La situazione è particolarmente critica per il riso, con ben 3mila ettari che quest’anno potrebbero non essere seminati. I capitoli di spesa delineati nell’ultima legge di bilancio vanno al più presto rivisti in ragione degli ultimi sviluppi della crisi internazionale, che hanno mutato completamente il contesto politico ed economico.
Il cosiddetto business as usual non è un’opzione praticabile in questo momento. Nell’esecutivo non si intravede tuttavia la necessaria consapevolezza e le azioni a cui quest’ultima dovrebbe spingere. La tentazione più forte è quella di aprire i nostri mercati all’importazione di prodotti d’oltreoceano non in regola con le normative europee per trovare un sollievo immediato. In questo modo si abbasserebbero gli standard di qualità e si renderebbe il Paese ancora più dipendente dall’import. La soluzione va trovata andando nella direzione opposta: occorrono un piano di salvataggio delle imprese agricole in difficoltà e un programma di incentivi per promuovere produzioni sostenibili, economia circolare e autosufficienza alimentare.