Per realizzare la transizione ecologica della nostra agricoltura è necessario il contributo attivo di tutto l’apparato governativo e amministrativo, dal livello centrale a quello regionale e locale – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Si apprende invece in questi giorni che ben nove Regioni italiane hanno destinato al biologico meno dei 90 milioni previsti dall’accordo siglato nella Conferenza Stato-Regioni. Secondo quanto reso noto da Aiab e Federbio, si tratta in particolare di Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria e Sardegna.
Le Regioni costituiscono un ingranaggio fondamentale della macchina amministrativa e sono determinanti per l’effettiva implementazione di obiettivi e programmi nazionali ed europei – continua Tiso. Così come accade per i fondi Ue per lo sviluppo, anche per il biologico una mala gestione a livello regionale può compromettere i traguardi stabiliti dal nostro Paese.
L’Italia non può permettersi di procedere a due velocità sul biologico, ma deve avanzare compatta per raggiungere l’obiettivo di convertire almeno il 25% delle superfici coltivabili entro il 2027, con tre anni di anticipo rispetto al termine previsto dalla strategia Farm to Fork. Mentre le organizzazioni agricole attendono la nuova versione del Piano strategico nazionale per la Pac, è importante che tutte le Regioni diano il loro indispensabile contributo nel percorso che conduce a un’agricoltura sostenibile.