CONFEURO: CRISI ALIMENTARE MONDIALE, ANCHE NELL’ANNO DEL CORONAVIRUS LA RESPONSABILITÀ È PRIMA DI TUTTO POLITICA

Mag 6, 2021 | Comunicati

crisi alimentare

Il sistema alimentare mondiale sta rivelando tutta la sua fragilità di fronte ai conflitti e alla crisi sanitaria e climatica. In mancanza di una radicale trasformazione e di una forte risposta dei governi, questa tendenza è destinata a peggiorare – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Secondo il rapporto annuale della Rete mondiale contro le crisi alimentari (GNAFC) – un’alleanza tra Nazioni Unite, Ue, organismi governativi e Ong – il numero di persone colpite dall’insicurezza alimentare acuta e con urgente bisogno di aiuto ha raggiunto il livello più alto degli ultimi cinque anni: sono ben 155 milioni le persone che soffrono la fame nel 2020, soprattutto in Africa (90 milioni), Yemen, Afghanistan, Siria e Haiti. Tra le cause della maggiore insicurezza alimentare, al primo posto ci sono i conflitti seguiti dagli shock economici e dagli eventi climatici estremi.

Il 2020 è stato un anno speciale sotto ogni punto di vista, perché il mondo ha dovuto affrontare l’inedita emergenza coronavirus. Se la crisi sanitaria ha reso ancor più difficili le cose, si deve tuttavia notare come la prima causa della fame che affligge ancora troppi Paesi nel mondo restino le guerre. Segno che la principale responsabilità è di tipo politico, così come prima di tutto politiche sono le risposte indispensabili per risolvere la crisi alimentare – continua Tiso.

Sarebbe un’illusione pensare che le innovazioni tecnologiche da sole riescano ad assicurare cibo per tutti. Se la ricerca scientifica è una delle chiavi per la sicurezza alimentare, gli equilibri politici ed economici faranno sempre la parte del leone nel determinare il grado di benessere delle popolazioni. In questo scenario, è bene ricordare che la valorizzazione dei piccoli e medi agricoltori non ha ricadute positive solo sulla qualità della produzione e sull’ambiente, ma significa anche una redistribuzione del potere economico con tutte le implicazioni che questo può avere, più in generale, anche a livello politico.