L’Unione europea continua a soffrire di un deficit di democrazia che mette in pericolo la realizzazione delle sue stesse riforme, anche quando queste perseguono obiettivi ambiziosi e condivisibili come il Green Deal – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La protesta degli agricoltori olandesi riflette non solo le tensioni economiche e sociali del momento, ma anche un persistente scollamento tra le istituzioni di quel Paese e il mondo produttivo. È un problema a cui bisogna porre rimedio se si vuole evitare che fenomeni simili si verificano anche nel resto della UE.
Il sostegno alla rivoluzione agroecologica non può essere messo in discussione, ma procedure e metodi utilizzati per farla diventare realtà devono coinvolgere il più possibile tutti gli operatori interessati. Solo in questo modo è possibile evitare che cambiamenti di questa portata finiscano per essere percepiti come calati dall’alto – continua Tiso. È il caso del carbon farming e dei crediti di carbonio, che l’Europa vorrebbe introdurre per ridurre al minimo le emissioni del primo settore.
Sulla carta si tratta di un progetto vantaggioso sia per gli agricoltori che per l’ambiente, ma in assenza di una consultazione allargata c’è il rischio che possa concretizzarsi in un sistema di regole lontane dalla realtà vissuta da migliaia di aziende agricole. Per avere successo è indispensabile tenere in considerazione la biodiversità e i mezzi di sussistenza delle comunità rurali, evitando di promuovere soluzioni fallaci e di facciata che finirebbero per incentivare le monocolture e l’utilizzo di pesticidi.