L’impennata dei prezzi dell’energia è destinata ad avere un impatto senza precedenti sul sistema produttivo e sulle famiglie, imponendo un ripensamento a livello europeo della transizione ecologica – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Di fronte a una crescita dei costi di questa portata, il rischio che il proclamato Green Deal finisca per rimanere solo una dichiarazione di buone intenzioni è concreto. Mentre l’Europa fatica a prendere una posizione comune sulla questione energetica, in Italia si riaprono centrali a carbone e si ricomincia a parlare di nucleare 2.0.
Uno dei requisiti per poter realizzare una vera transizione ecologica, in agricoltura così come negli altri settori, è l’indipendenza energetica – continua Tiso. Ci auguriamo che questo fattore sia tenuto in considerazione nel Pnrr, perché un Paese in balia del fluttuare dei prezzi non sarà mai davvero autonomo nelle sue scelte, ma costantemente condizionato da fattori esterni in grado di cancellare in poche settimane il cammino compiuto nel corso di anni. Tra le proposte sul tavolo di Bruxelles, quella sulla tassonomia delle attività economiche sostenibili appare molto fragile e potrebbe aprire di nuovo la porta a tecnologie che significherebbero un ritorno al passato.
La ricerca e il progresso tecnologico, per quanto importanti, non saranno mai in grado di promuovere una vera riconversione energetica senza una contemporanea riorganizzazione del sistema produttivo su nuove basi. La politica e gli attori economici devono diventare protagonisti di una rivoluzione che non può essere delegata tout court alla scienza. Un tale processo deve avere la capacità di resistere alle forti pressioni delle lobby industriali, inevitabilmente interessate a mantenere lo status quo anche se presentato di volta in volta con abiti nuovi. E deve soprattutto fondarsi su una nuova cultura d’impresa che non si è ancora affermata.