Requisiti più severi per le pensioni

Gen 19, 2017 | Dalla Confeuro

Nel 2016 sono entrate in pagamento oltre 126mila pensioni in meno dell’anno prima. In particolare le nuove pensioni liquidate dall’Inps sono state 443.477, con una diminuzione del 22,19% rispetto al 2015 (570.002). A causare il netto calo dei flussi di pensionamento, confermati dall’ultimo monitoraggio dell’Istituto, è il combinato disposto dell’adeguamento alle aspettative di vita (che nel 2016 ha innalzato di quattro mesi i termini per il pensionamento di vecchiaia e per le pensioni anticipate) e dell’aumento di 18 mesi dei requisiti per la vecchiaia delle lavoratrici dipendenti e di 12 mesi per le autonome. Il calo dei flussi è stato più forte nei primi sei mesi dell’anno (-34%) per poi decrescere all’altezza del terzo trimestre (-26,5%) poiché nella seconda parte dell’anno una discreta componente di coloro che erano rimasti bloccati (4 mesi in più per tutti, passaggio complessivo da 63,9 anni a 65,7 per la vecchiaia delle donne) è infine riuscito ad uscire. L’effetto dei nuovi requisiti è stato più intenso, considerando l’intero anno, sui flussi dei nuovi pensionamenti di vecchiaia, scesi del 30,2% a 113.500, mentre il calo delle anticipate è stato del 28,2% (da 157.522 del 2015 a 112.529), una dinamica che non ha influito sull’importo medio mensile degli assegni, che è rimasto di 987 euro, un valore dietro il quale si cela la consueta ampia differenza tra assegni di vecchiaia (che viaggiano in media attorno ai 600 euro) e i più ricchi assegni anticipati (tra i 1.800 e i 1.900 euro). Molto più in basso nella scala del reddito da pensione sono i parasubordinati, che si sono visti erogare un assegno Inps attorno ai 192 euro al mese (erano 164 in media nel 2015). Com’è noto, questa categoria è l’unica che in questi anni riceve una pensione calcolata con il sistema contributivo puro, mentre per le altre categorie il sistema di valorizzazione dell’assegno è prevalentemente (per oltre il 90% dei casi) di tipo misto/retributivo. Le nuove regole entrate in vigore l’anno passato (l’aspettativa di vita è stata introdotta con il dl 78/2010, i nuovi requisiti di vecchiaia delle donne dalla legge 214/2011) hanno determinato l’aumento di quasi un anno di un altro dato statistico rilevato dall’Inps: l’età media alla decorrenza della nuova pensione. Si è passati ai 66,5 anni, contro i 65,8 dell’anno prima. Crescono, sia pure in modo differenziato, le età medie alla decorrenza di tutti i tipi di prestazione: da 65,1 anni a 65,5 per la vecchiaia, da 60 anni a 60,5 per le anticipate, da 52,6 a 52,9 le invalidità (che sono state seimila in meno l’anno scorso), da 74,3 a 74,6 le pensioni riconosciute ai superstiti (in calo a loro volta di 17.500 unità circa).

Fonte: Il Sole 24 Ore