Ci sono quelli che aspettano la primavera, per dare senso allo spot “primavera dolce dormire” e molti altri che forse avrebbero voluto che questa in corso non fosse mai arrivata. Ma non è tutto più di un politico, diversi esperti hanno commentato le dichiarazioni del Senatore a vita già Presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti che ha espresso la sua profezia politica sulle elezioni Europee che si può sintetizzare così: “Se vincono i sovranisti sarà guerra mondiale. Altrimenti saremo solo isolati”.
Infatti per Monti, se dovessero vincere i sovranisti “effettivamente cambieranno le politiche europee e potrà aggregarsi l’unico obiettivo comune dei paesi sovranisti, che è ridurre di molto i poteri e il ruolo della Unione europea. Questo è lo scenario uno, che considero il più sfavorevole per tutti. Perché supponendo che vadano alla grande ci sarà prima questa riduzione del ruolo della Unione europea e poi quando questo ruolo sarà stato eliminato, distrutto e raso al suolo, tornerà la guerra in Europa”.
I neri venti, le profezie di sventura, che coprono come mai tra i cieli del vecchio continente, già in parte occupati da nuvole a “cirro”, che comunque hanno già fatto danni e vittime, devono restare solo ipotesi e supposizioni!
È innegabile che le preoccupazioni fanno parte della democrazia e del vivere civile, ma “I valori costituzionali e l’antifascismo sono alla base e vengono prima di tutto”.
Prima di tutto, affinché l’Europa sociale primeggi sull’Europa mercante, l’Unione Europea deve assicurare la parità di accesso ai diritti economici, sociali e culturali, facilitando e armonizzando le diverse politiche sociali.
Solo remando nella direzione di una Unione Politica, solidale e plebiscitaria, ci potrebbe essere un approdo dal quale ricostruire una Europa credibile!!
L’Unione Europea cambia e acquista credibilità se pone in atto la direttiva contro le discriminazioni e la parità dei diritti donne – uomini, da anni chiusa nel cassetto del Consiglio. La credibilità è anche dare la garanzia ai migranti del pieno esercizio dei diritti, nella loro universalità e la loro indivisibilità.
Il 26 maggio, passa un treno direzione Bruxelles. Se nei vagoni di prima classe, prendono posto i portatori di sventura, che alla cultura hanno sostituito la “razza”, sono di certo a rischio i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali, in particolare rischiano di essere annientate le minoranze.
L’unica risposta che si può dare alle nostre società divise, attraversate da faglie e fratture che crepano il terreno già complesso della democrazia, è il dialogo, la capacità di parlarsi, di riconoscere nell’altro la dignità dell’uomo e non la ferocia di un nemico. Un giorno non lontano, migliaia di persone in tutta Europa si sono messe sedute di fronte a qualcuno che non la pensava come loro, per discutere e confrontarsi.
Yasmine, italo-marocchina: “Voi mi vedete come un’europea o come una migrante, una minaccia per la demografia europea, una giovane ragazza ingenua e oppressa? Ho vissuto la discriminazione, ma ho deciso di non farmi abbattere e di canalizzare le mie energie per promuovere la giustizia di genere e sociale in Europa. Noi siamo la storia dell’Europa, le donne, i giovani, le minoranze, anche se spesso siamo esclusi dai tavoli decisionali e dai media. Oggi rappresento l’unità nelle diversità in Europa, sono qui per dire che le persone di colore, figlie e figli di migranti, seconde generazioni, appartengono all’Europa”.
“I sogni non sempre diventano realtà, ma nello stesso tempo penso sia decisamente meglio rincorrere un sogno e fallire che non averne del tutto. Per questo motivo non dovremmo rinunciare al sogno dell’Europa. Dobbiamo riconoscerne onestamente i problemi e affrontarli, ma continuare a inseguire il sogno, continuiamo a guardare al futuro dei nostri figli”.
“I valori che noi europei condividiamo, giochino un ruolo nel dare forma al futuro dell’umanità. Solo una “Costituente per l’Europa” votata da un unico referendum plebiscitario potrebbe trasformare, in fatti concreti, i buoni propositi”.
Il treno di maggio potrebbe essere l’ultima opportunità per credere nella costruzione di un’Europa con un Parlamento Europeo, deputato ad una legislazione unica ed univoca per i partner. Forse è chiedere troppo, o troppo poco, resta viva la preoccupazione che, anche questa volta, più di qualcuno, per l’euforia della vittoria, con la solita faciloneria troverà la scusa che ha perso il treno.
A.M.I.CO.