26 MAGGIO 2019 …CHIAMA L’EUROPA… (A.M.I.Co)

Gen 15, 2019 | Dalla Confeuro

Maggio è domani, forse più che il mese delle rose, si profilano più spine. Da noi si ritorna alle urne per il tratto di matita indelebile. Già da tempo i media tirano a sorteggio più stelle o più spade, insomma si prepara una sorta di resa dei conti, il primo test nazionale per i “vincitori” del 4 marzo, anche per valutare se hanno fatto bene al governo e tastare l’impatto sull’elettorato.
Per il Parlamento Europeo si vota la nona volta, le prime risalgono al secolo scorso, esattamente dal 1979 sono passati quarant’anni, molti dei nuovi conquistatori non erano nati. A prescindere dalle decisioni prese dalle singole nazioni in merito al giorno delle elezioni, lo scrutinio inizierà per tutti in maniera contemporanea a partire dalle ore 23.00 di domenica 26 maggio. Per legge ogni Stato membro può eleggere al massimo 96 europarlamentari e come minimo 6. Soltanto la Germania al momento ne elegge 96 mentre nel 2014 l’Italia ha mandato a Bruxelles 73. Il sistema di voto è un proporzionale puro con il paese diviso in cinque circoscrizioni, prevista anche una soglia di sbarramento per le liste fissata al 4%.
Detto questo, il voto si avvicina e i dubbi restano, anzi si moltiplicano. Posto a base che i nostri vittoriosi sono attrezzati per dare una spallata a Bruxelles e bombardare Strasburgo, ai tanti interrogativi, ancora nessuna risposta.
– cosa ne facciamo dell’Euro;
– quali investimenti per migliorare i consumi interni;
– vengono prima i cittadini;
– di quale Europa si parla per il futuro;
Più si pensa alla UE e più pressanti si fanno gli interrogativi. Come uscire dalla crisi di credibilità e resistere alle spinte antieuropeiste che investono il Vecchio Continente? Quale strada intraprendere per istituzioni comunitarie che siano meno lontane dai cittadini?
Per noi la parola Europa un tempo evocava un sogno e noi ancora sogniamo l’Europa di Spinelli, e apprezziamo il documento Savona per l’Europa e ne condividiamo il titolo e contenuti “Una politica per un’Europa diversa, più forte e più equa”. “In quel testo – si afferma – non vogliamo decidere se stare o meno nell’euro, il problema è come starci”
Noi aggiungiamo che questa Europa, è stata capita a convenienza. Come mai non è stata sviluppata una politica fiscale unitaria? L’Unione è mancata, infatti, soprattutto con la crisi del 2008. “In quell’occasione, avremmo dovuto fare una politica fiscale espansiva, come hanno fatto gli Stati Uniti. Invece abbiamo accettato dei disavanzi enormi e poi è arrivata la mazzata della Grecia. L’Europa dei nostri sogni deve puntare sulla domanda interna, invece che sulla competitività. Molto, reale e credibile sarebbe stata la scelta di abbassare i costi di produzione, e quindi puntare sulla crescita dell’Export. Così come è stato fatto in Germania.
Non riusciamo ad individuare l’occhio toccato dei grandi manovratori, che in questo semestre devono fare i conti con una Romania allo sbando i cui leader hanno prima sostenuto: “La Romania non se la sente: “Non siamo pronti”. Nella sostanza in Romania è in atto uno scontra tra Presidente e Governo. Sulla stampa “Ognuno ha le proprie ossessioni, quelle di Iohannis risalgono alla nostra elezione nel dicembre 2016”, ha affermato. “Non fa che mentire da due anni – ha aggiunto – sostenendo che non ci sono i soldi per le pensioni, che non rispettiamo il tetto del 3% di deficit. Ma sono solo bugie allarmistiche, e i romeni cominciano a esserne stanchi.
Il nostro governo è pronto a gestire con successo la presidenza dell’Unione europea”.
“Dragnea, condannato per corruzione in due diversi casi e sotto stretta osservazione della commissione europea insieme al suo partito per il tentativo di modificare il codice penale in materia di corruzione, non può fare per questo il primo ministro. La contrapposizione tra presidenza e governo si è manifestata peraltro a più riprese in Romania in occasione delle ripetute manifestazioni popolari contro la corruzione dilagante e i tentativi del governo di ‘annacquare’ la legislazione vigente a favore dei tanti esponenti politici e alti funzionari coinvolti in casi di corruzione. Il presidente in tali occasioni si è costantemente schierato dalla parte dei manifestanti, partecipando in alcuni casi lui stesso ai raduni di protesta”
È questa l’Europa??
Quando vai in giro con lo zoppo, il rischio è di cominciare a zoppicare. Infatti i nostri europeisti, stanno trattando con i rumeni, alleanze future, per una nuova EUROPA??

A,M.I.Co