CHI È DI SINISTRA…ALZI LA MANO DESTRA? (A.M.I.Co)

Gen 17, 2019 | Dalla Confeuro

Qualcuno insiste altri ci credono, noi siamo lì lì. Questa volta la tromba non intona il silenzio, ma suona la carica dei Corpi intermedi. Si parte dal volontariato, si gira intorno al mondo associativo, si va poi dritti al Sindacato. E se la sinistra si ripopolasse dal sociale? Un sistema che vede impegnati giovani, persone che antepongono ai loro interessi e le soddisfazioni a quelli dei tanti che ci sono, sono presenti, ma per il global sono ormai inesistenti. Eppure si sentono, sono ramificati su territorio e occupano dal collo, passando dal tacco tutto lo stivale. Sono cattolici, laici, con il difetto di favorire i meno abbienti, i più esigenti che chiedono senza parlare.
Terreno fertile dove hanno scatenato l’offensiva i neo titolari di quelle poltrone, che tanti – anatemi – hanno scatenato quando erano in piedi aggrappati al “ce la farò”.
Solo scardinando la società articolata, spade antiche e stelle cadenti, pensano di averla vinta.
L’ultima in ordine di tempo è la “capitalsindaca”: «Il blocco totale dei pagamenti da parte della giunta capitolina per le case famiglia, i centri per minori e altre realtà simili, dando ragione al “camaleonte”, che bolla tutto, compresa fame e disperazione, come «Business dell’accoglienza». Poi ha fatto marcia indietro, a dire che avrebbe levato alla Caritas le monetine della fontana di Trevi. Per non dire delle ONG che operano nel Mar Mediterraneo additate addirittura alla stregua di organizzazione dedite – o collaterali – al traffico di esseri umani.
Si fa di tutta l’erba un fascio. La minaccia: «Il sindacato è il vero responsabile del disastro delle condizioni dei lavoratori», ha detto qualche tempo fa il Leader pentastellato. «Si autoriformino, o ci pensiamo noi», ha ribadito una volta arrivato al governo. Segnali più che evidenti di un’antipatia latente. E del resto non potrebbe essere altrimenti, se ci pensate. Che c’entra la democrazia diretta con gli interessi organizzati? Che c’entra col leaderismo leghista? Che c’entra con due forze politiche fondate sul mito del Capo (la Lega), su quello della democrazia digitale (i Cinque Stelle) e sul neo Statalismo (entrambe) con forze sociali che vivono proprio come contrappeso ai leader, come attori della democrazia rappresentativa, come forza sussidiaria complementare allo Stato?
Basta leggere i dati del censimento del terzo settore per rendersi conto: si tratta di oltre 330mila realtà no profit, 778mila dipendenti, 5 milioni e mezzo di volontari, tutti in aumento a doppia cifra rispetto a cinque anni orsono.
Resta il fatto, che nel mezzo di una mastodontica rivoluzione tecnologica, in piena globalizzazione bisogna dare risposte e non continuare a subire i cambiamenti climatici, col risultato che siamo l’unico Paese occidentale in cui la consapevolezza dei temi ambientali è diminuita, anziché aumentare.
Senza scoprire l’età del bronzo, il grande attacco ai sindacati e alle rappresentanze organizzate, lo ha sferrato un non meglio identificato “sinistroide” un misto tra Andreotti/Craxi e un pizzico di Benito Andrea, amico dei tedeschi.
Una guerra inopinata che hanno vinto le nuove destre, non ben identificate. Una sola certezza si è scatenata una battaglia civile a sinistra.
La cattiva notizia è che oggi non conta più niente nessuno, compreso i sindacati e il terzo settore. La bella notizia è che c’è ancora una enorme domanda di società, anche in un’epoca in cui ci si protegge sotto la gonna dello Stato o in cui si pensa che basti un app per relazionarci col mercato.
Oggi bisogna partire, occupandosi degli ultimi e dei penultimi usando le armi costruite nei tempi non molto remoti, nel rispetto delle singole entità, riconoscendo ad ognuno il suo, pesato con la stessa bilancia e misurato con il metro universale. Da cosa nasce cosa, chiamatela pure sinistra e alzate la mano destra.

A.M.I.Co