VORREMMO UN 2 GIUGNO AGRICOLO
di Rocco Tiso . È allo studio un mezzo interamente automatico che raccoglie,
lavora le spighe, macina il grano e fa la farina. A questo punto
basta un telecomando per sfornare fusilli, orecchiette, spagetti e tagliatelle.
Il progetto conclude che un click potrebbe servire i carboidrati nel
piatto. Possiamo quindi dire che la ricerca va avanti e non per niente il nostro numero uno ha di recente stanziato 2,5miliardi. La scelta
è condivisibile, resta solo la perplessità di conoscere chi sono i ri –
cercatori e su quale asso punteranno. Altro che agricoltori e coltivatori. Diciamocelo francamente: se una macchina serve la pasta cotta e condita “sti buzzurri cosa vogliono”? Hanno preso tutto con la scusa
della qualità e del made in…… hanno costretto il Ministro Martina
a chiedere soldi in prestito alle BANCHE! Mai e poi mai l’avrebbe
fatto un Marcora, un Pandolfi, un Goria,un Mannino. E non ci hanno
pensato neanche i governi di destra. Onestamente i contadini e gli allevatori non avrebbero mai immaginato che per continuare a lavorare la terra avrebbero dovuto fare, dopo quella PAC, anche la domanda alla banca d’Italia.
A proposito di banca d’ Italia: non sarebbe il caso di dirci almeno questo la verità? E cioè che d’italia l’ dentro non c’è proprio niente e che in realtà si tratta di istituti privateiche hanno la maggioranza del capitale? Se così non fosse, perché proprio il ministro Martina si è accordato di recente con la Philips Morris perché le banche investissero mezzo miliardo di euro nel tabacco?
I nostri associati spesso domandano: “ma il fumo non uccide? …
Possibile che il latte lo buttiamo e il tabacco lo finanziamo?” Le
imprecazioni più colorite ve le risparmiamo. Ma non c’è solo il latte che i Francesi della PARMALAT ci pagano meno di quanto costa una mezza minerale:
le bietole sono proibite, le leguminose sono scomparse, vino e
olio li vogliono, il primo annacquato e il secondo miscelato. E tutto questo per
non dire delle carni importate e dei sottaceti. E ancora: latte
in polvere – latte camuffato da italiano, frutta di ogni tipo, legumi
cetrioli – zucchine – aglio – pesce e concentrato di pomodoro che
arrivano dalla Cina e vengono spacciate come nostrane per incassare
gli aiuti comunitari. Eppure il governo si rivendica il grando duro del tavoliere pugliese. Anche detto il granaio d’Italia. Ma gli esperti e i dati ISTAT recitano diversamente. E cioè che: due milioni di tonnellate di grano c’è lo portano i Canadesi e i Messicani. In una certa parte però lo importiamo anche dagli USA, dalla Cina, dl’UcraIna e dalla Russia. Insomma la pasta che esportano non è nostra.
Dato per scontato che ci sta poco o niente da mietere. Frutta e ver-
dura le Importiamo, l’olio arriva dalla Tunisia, il latte è prerogativa
della Merkel, il burro gli scandinavi e dei cinesi è tutto il resto. La domanda diventa: ma di cosa è fatto il paniere?
Ovviamente le risposte a queste domande le rimettiamo al buonsenso dei cittadini.
Noi non abbiamo risposte. Prima c’era un Ministro dell’agricoltura,
mentre oggi hanno cancellato addirittura i contadini e i coltivatori. E tutto questo mentre si avvicina la parata del 2 giugno in cui noi non vorremmo veder sfilare cararmati ed armi, ma solo trattori e contadini.