EUROPA CI PERDE. I NOSTRI EROI INTANTO SFASCIANO L’ITALIA.

Apr 10, 2018 | Dalla Confeuro

Mentre noi discutiamo e ci azzuffiamo per mettere in piedi un governo – speriamo sia all’altezza per i problemi che ci sono- l’Europa come vista dal duo Marcon-Merchel si perde lo Stivale. Fra circa un anno si vota, cambieranno probabilmente molti vertici, ci sarà forse una nuova Commissione. Per non parlare della chiusura del negoziato su Brexit. Il tempo è impietoso, resta solo il 2018 per mettere sul piatto le proposte di riforma, vere e non solo “cosmetiche”. Riguardo all’euro, a tenere banco sono le proposte di Macron, dalla creazione di un bilancio per l’eurozona alla figura del ministro delle Finanze. Proposte su cui molti, anche a Berlino, si dicono d’accordo, quanto meno finché non vengono fatte alcune domande che ne testano la vera portata riformatrice: di quanti soldi potrà disporre questo bilancio? Chi ci metterà i soldi? Per cosa verranno utilizzati? Quanto il ministro delle Finanze avrà voce in capitolo nell’utilizzarli? Quali i margini di manovra dei leader nazionali? Rispetto a queste domande, le risposte sono appena abbozzate, ma non mancano alcune significative aperture. Ad esempio, i tedeschi non escludono che una parte del nuovo bilancio venga utilizzata per finalità sociali.
Non è un cambiamento di poco se si considera che questo vorrebbe anche dire più soldi dalla ricca Germania verso il sud dell’eurozona. Certo non è un impegno che i tedeschi sono disposti a prendere a cuor leggero o senza ottenere qualcosa in cambio. Già da tempo, infatti, Berlino ribadisce che accanto a una maggiore condivisione dei rischi è necessaria anche una maggiore disciplina. E se i Paesi membri non sono in grado di farla rispettare, bisognerà fare in modo che siano i mercati a farlo, punendo gli indisciplinati attraverso una impennata degli interessi sul loro debito.
In questa direzione vanno alcune recenti proposte franco-tedesche avanzate da economisti di entrambi i paesi. Viene anche proposto il superamento del fatidico vincolo del 3% del rapporto deficit/Pil, ma ancorando comunque la crescita della spesa pubblica a quella del Pil.
Quindi si può spendere di più quando si cresce più in fretta, ma se si spende troppo, o per spesa improduttiva ci saranno seri problemi.. Il tutto collegato peraltro all’introduzione di rigorose regole comuni da seguire nel caso in cui un Paese non fosse in grado di ripagare il proprio debito. A queste proposte si aggiungono quelle di un bilancio dell’ eurozona anche per finalità sociali, come la lotta alla disoccupazione. Insomma, qualcosa finalmente si muove sul piano delle riforme.
L’Italia difronte a queste ipotesi di cambiamento, cosi come è messa è destinata a soccombere, con un debito incontrollato e con il finto europeismo perché avversato da forze politiche che hanno da anni avversato non solo l’idea ma si sono schierati apertamente contro l’Unione Europea, pur mungendo la “vacca” a più non posso.
La realtà che non solo ci siamo persi, abbiamo promesso e poi fatto tutto il contrario, perché per i nostri “eroi” l’azione che paga meglio e molto di più dei sacrifici, è andare a Bruxelles con il cappello in mano.