LA PROFEZIA E LA PAURA – (A.M.I.CO.)

Mag 21, 2019 | Dalla Confeuro

I pesci sono tornati nel Mar Morto. Si stanno determinando le condizioni terrorizzate da Ezechiele nella Genesi. Pochi mesi fa la scoperta ha sconvolto il mondo. Non può esserci alcuna forma di vita (pesci e vegetali) in condizioni avverse come quelle in cui versa il bacino del Mar Morto, con una salinità superiore al 37%. Il ritorno alla vita nel Mare del Sale sarebbe l’inizio dell’apocalisse. Ezechiele indica proprio il ritorno dei pesci nel Mar Morto come il segno inequivocabile della fine del mondo. La similitudine con il risveglio delle “frenesie fasciste e naziste” fatta da alcuni storici,
ci fa riflettere.

Ieri Milano, teatro con due palcoscenici. La potente manifestazione in piazza Duomo e il corteo anti sovranista, promosso da Milano antifascista, antirazzista. Il corteo si è svolto senza incidenti e partito nel pomeriggio dal Parco Sempione, circa 20 mila manifestanti fino ai Giardini della Guastalla, in via Francesco Sforza, dove si è concluso.

Sono migliaia i simpatizzanti del ministro degli interni in piazza Duomo a Milano, punto d’arrivo del corteo che si è snodato per le vie cittadine prima di arrivare nel salotto della città. Qui il vicepremier e leader leghista, i cui slogan elettorali vengono rilanciati dagli schermi sul palco, ha chiuso la campagna elettorale assieme ad altri esponenti politici europei. È il giorno del trionfo? Un nuovo “Cesare”?

Il primo timore, si legge sull’Huffington Post ,sopra ogni altro, il primo che nomina nel discorso, è: essere definito di estrema destra, fascista. Ambizione curiosa quanto ridicola. Mentre è schierato sul palco con il biondo ossigenato, estremista olandese Geert Wilders, con J. Meuthen dei Tedeschi di Afd, con la vigorosa Le Pen, sentite l’incipit del comizio: “Qui non ci sono estremisti, razzisti, fascisti. L’Italia è divisa in chi pensa a lavorare, e chi fa il processo ai fantasmi del passato”. E nega, continua a negare: “Qui non c’è l’ultradestra, ma il buonsenso”.

Poi fornisce la lista dei santi protettori della Lega – San Benedetto, Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina, i SS Cirillo e Metodio, e Santa Teresa della Croce – che sono ben 6 e non includono appunto Francesco, che è il vero avversario del Leader della Lega, un avversario temibile, anche sul piano personale.

Bergoglio sta dimostrando sul campo, cioè con gesti reali, profondi, cosa è l’impegno umanitario. Compie gesti con cui fa tornare persone coloro che per il Sovranismo sono solo etichette, rom, zingari, clandestini, immigrati, africani da non far sbarcare. Ma i Leader “Stiamo salvando persone, non è vero che la nostra politica le respinge. Andate domani a Messa e ditelo”, invita i suoi, battendo sul cuore la mano che stringe un rosario. “Mi affido a voi perché voi sapete che oggi siamo sotto attacco da parte di tutti i media”. Poi fa la promessa: “Per voi, l’Italia, e per i miei figli, sono pronto a dare la mia vita”.

Un Leader, quello di ieri, che chiude la campagna elettorale presentandosi come un uomo sotto attacco, non un dominatore strafottente. E’ l’inizio della fine, il Leader sta cedendo sotto i colpi e le critiche di fascismo, disumanità, crudeltà?

Forse la profezia di Ezechiele non si avverrà, almeno per il momento, ma quelli che non sono con il Leader si sono convinti che ” il Matteo uomo non è più sicuro di essere così benvoluto? Qualcuno ha provato ad accostarlo a “Cesare”, forse a torto.

Ricordando quel momento storico si evidenzia che: ” A pag.49 si narra che dopo uno scontro tra i seguaci di Cesare e quelli di Pompeo morì Clodio. Alla notizia la plebe attaccò la curia, la sede del senato al punto che i senatori spaventati nominarono Pompeo console senza collega, tramutando la collegialità in una sorta di dittatura. Con un colpo di scena, nel gennaio del 49 a.C. il Senato obbligò Cesare a rinunciare al comando delle legioni.

Cesare reagendo ad una forzatura del Senato, con le sue legioni varcò il Rubicone, ovvero il limite che non doveva essere passato con un esercito in armi; questo gesto gravissimo fece scatenare una “guerra civile”. Cesare rientrò a Roma nel 45 a.C. come imperatore “generale vittorioso”, mettendo insieme un potere immenso e ricchezze con l’appoggio delle forze armate.

Durò poco perché il 15 marzo 44 a.C. ci fu, ad opera di un gruppo di senatori che erano contrari al potere personale, intrisi di odio, invidia e rancore: il “Cesaricidio”.

Il cesaricidio, ha assunto nel tempo il significato ideologico di estremo tentativo di difendere i valori delle libertà civili o, al contrario, quello di conservare ad ogni costo i valori della tradizione messi in pericolo da un potere giudicato come dispotico.

Una soggettiva interpretazione.

A.M.I.Co.