PORTATORE DI PASTI Il cameriere di Hitler – 2° guerra Mondiale – (A.M.I.Co.)

Giu 19, 2019 | Dalla Confeuro

“Io non ero il cuoco, bensì uno dei camerieri nel “Nido delle Aquile” e ho accettato di servire i tedeschi solo per soldi. Io non sapevo chi avrei incontrato! Quando ho iniziato a lavorare al Nido delle Aquile ero l’unico cameriere italiano. Servivamo sempre in piatti d’argento e soprattutto con i guanti. Ho servito Hitler diverse volte senza dimenticare che spesso venivano anche altri gerarchi come Goering, Himmler, Bormann, Kesserling, Rosenberg e tanti altri”.

“Io da sempre sono un grande ammiratore del popolo tedesco. Hitler per me almeno da un punto di vista privato posso dire che non era affatto arrogante ma piuttosto gentile nei modi ma anche nelle parole. Lui quando veniva già sapeva cosa avrebbe mangiato. Preferiva verdure verdi e patate. Non l’ho mai visto mangiare carne. Era un goloso di torte con la panna montata. Tutte le volte che mi avvicinavo per porgergli la pietanza non mi faceva mai mancare il danke (grazie) ed aveva sempre il sorriso sulle labbra non solo con i suoi commensali ma anche con me e gli altri camerieri. Non era crudele come spesso veniva presentato al di fuori del suo ambiente”.

Questi sono alcuni brani di un intervista a Salvatore Paolini, cavaliere della Repubblica e sindaco di Villa Santa Maria, in provincia di Chieti.

Herr Paolini, così il Fuhrer salutava Salvatore quando si incontravano per le scale. “Adolf Hitler una persona normalissima. Non si mostrava mai alterato, né alzava la voce. Il suo posto fisso era il capotavola, con le spalle al muro, da cui poteva tenere tutto sotto controllo. Non beveva vino né birra, ma sempre molta acqua, e adorava i dolci con la panna”. Guerre e massacri a parte. Così Salvatore Paolini – 1924-2010. Villa lo ricorda come un uomo lungimirante, “un sindaco con ambizioni di crescita di ampie vedute, legate non solo al suo paese ma a tutto il territorio circostante”. Il cameriere del Fuhrer, in pieno 2° Conflitto Mondiale. – “genocidi e massacri in corso – la Guerra è guerra”.

Vito il figlio di Salvatore: “La Storia diventa storia soltanto dopo – mio padre non aveva consapevolezza di star vivendo in mezzo a eventi di tale portata. Una cosa è certa: aveva sempre ammirato il popolo tedesco. Da loro prese solo gli aspetti positivi: la precisione, la puntualità, la capacità di saper lavorare seriamente. Senza lavorare non si ottiene nulla, e lui lo sapeva bene”.

Anche nei tempi moderni ci sono aspiranti camerieri di “guerra”. È da poche ore ritornato in Italia il capo leghista, dalla missione negli USA dove ha dichiarato: Sì alla guerra all’Iran, nonostante l’Italia ne sia tra i primi partner commerciali. Sì alla guerra dei dazi alla Cina nonostante il memorandum d’intesa sulla nuova via della seta firmato dal governo solo pochi mesi fa. Sì agli F35 che costano tanto e non servono a nulla. Sì a Guaidò in Venezuela, nonostante la dichiarata equidistanza del premier Conte. Sì a fare tutti gli interessi americani contro l’asse franco-tedesco, dentro l’Unione Europea. Sì tutto quel che chiede la Casa Bianca, senza condizioni. Insomma
l’Italia è in guerra con l’Europa, con una procedura d’infrazione in arrivo.

La prima cattiva notizia è che la Casa Bianca non tiene a bada un bel nulla, soprattutto in presenza di fondamentali economici devastanti come quelli italiani, col Pil che cresce meno d’Europa e il debito pubblico galoppa a livelli record, mese dopo mese. La seconda cattiva notizia è che l’America non ha il potere di cambiare la matematica e i soldi, per fare la flat tax, non ci sono comunque. La terza cattiva notizia è che quando sei una formica e negozi con un gigante, è molto probabile che il gigante possa non rispettare la sua parte di patto, qualunque essa sia, ogni volta raggiunto lo scopo.

Non c’è un 4°cattiva notizia, noi non siamo un popolo, chiunque si è appuntato una “croce – la mostra agli Italiani, la bacia più volte, prende molti voti e poi in giacca e papillon, servire l’Italia su di un vassoio d’argento a chiunque gli offre protezione in una guerra personale contro l’Europa.
Con l’Italia in ginocchio tre volte: in Europa, dove dovremo accettare se rispettare i patti o uscire. Sui mercati, dove gli investitori internazionali continueranno a fuggire più lontano possibile dai Btp. E a Washington, che si è guadagnata fedeltà assoluta alle follie trumpiane in cambio di nulla, o quasi. Se questa è democrazia, onore al cameriere di Hitler.

(A.M.I.Co.)