CONFEURO: NUTRIRE L’EUROPA, CON L’AGRICOLTURA BIOLOGICA È POSSIBILE MA SERVE UNA TRASFORMAZIONE RADICALE
L’agricoltura biologica è in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare europeo, abbattendo al tempo stesso le emissioni di gas serra e l’inquinamento idrico – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La diffusa convinzione che solo l’agricoltura intensiva e il massiccio impiego di pesticidi possano garantire cibo per tutti è messa in seria discussione da uno studio del National Center for Scientific Research (Cnrs), realizzato in collaborazione con tre università europee, il Joint research centre (Jrc) e l’Ispra.
Secondi i ricercatori è concretamente possibile rimodellare l’agroalimentare europeo adottando pratiche sostenibili, un obiettivo da molti considerato ancora troppo ambizioso – continua Tiso. Tra i passaggi fondamentali per realizzare questa trasformazione ci sono la riduzione degli allevamenti intensivi, la rotazione delle colture e un ritorno al giusto rapporto tra animali e campi. L’agricoltura biologica potrebbe in questo modo sfamare l’intera Europa nel 2050, che per quella data dovrebbe arrivare a contare 600 milioni di abitanti. Per riconvertire l’agricoltura europea serve insomma una trasformazione radicale, ma si tratta di uno sforzo che verrebbe ripagato con gli interessi.
Mentre a livello nazionale non mancano gli interventi positivi, come i cinque milioni stanziati in questi giorni per il settore apistico e del miele, a livello europeo la discussione rimane centrata su traguardi minimi. Il 19 luglio i ministri dell’Agricoltura si riuniranno per approvare le conclusioni del Consiglio sul piano d’azione Ue per l’agricoltura biologica. Si tratta dello strumento che dovrebbe tradurre in realtà l’obiettivo della strategia ‘Farm to fork”: destinare almeno il 25% dei terreni dell’Ue al biologico entro il 2030. Una quota insufficiente a innescare una vera riconversione del settore primario, che un’Europa ancora esitante ha di fatto rinviato a data da definirsi.