CONFEURO: L’OMBRA DELL’AGRICOLTURA INTENSIVA SUL DISASTRO NEI MARI SPAGNOLI. RIPARTIRE DAL PRIMARIO PER COSTRUIRE UN FUTURO SOSTENIBILE

  • Ago, Ven, 2021

Il disastro naturale avvenuto in Spagna spinge di nuovo a riflettere sull’urgenza di imprimere una svolta all’agricoltura europea per costruire un futuro sostenibile –  dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Nei giorni scorsi, nel Mar Menor spagnolo – laguna costiera della provincia di Murcia – si è verificato l’ennesimo disastro naturale con la moria di almeno 4,5 tonnellate di pesci e di altri organismi. Un episodio analogo si era verificato soltanto due anni fa, causando la morte di 3 tonnellate di pesce.

L’aspetto più preoccupante è che la tragedia ambientale, secondo gli esperti, potrebbe essere dovuta agli scarichi dell’agricoltura intensiva che hanno causato una mancanza di ossigeno nell’acqua – prosegue Tiso. È sempre più evidente come i metodi agroindustriali non siano compatibili con il rispetto dell’ambiente e delle forme di vita che popolano il nostro pianeta. I danni, come dimostra l’episodio spagnolo, non si limitano ai campi, ma possono estendersi ai fiumi, ai mari, agli animali e agli uomini. L’equilibrio dell’intero ecosistema è legato a doppio filo all’attività agricola.

In questo scenario dispiace constatare che alcuni dei pilastri del Green Deal europeo, come la strategia ‘Farm to Fork’, siano di nuovo messi in discussione all’interno della stessa Unione europea. Uno studio pubblicato di recente dal Centro di Ricerca della Commissione rimette in discussione l’intera impostazione della transizione ecologica, paventando che quest’ultima possa portare a una riduzione del reddito agricolo e della produzione, con una conseguente delocalizzazione delle emissioni in Paesi extra Ue. Un’impostazione che sembra ignorare il fatto che compito specifico dell’Unione europea è proprio sostenere il reddito degli agricoltori per facilitare la riconversione dell’agricoltura in senso agroecologico.

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