Rita Levi di Montalcini, premio Nobel nel 1986, sosteneva che il cervello umano si compone in realtà di due forme cerebrali: uno arcaico localizzato nell’ippocampo che controlla tutte le emozioni e che non si evolve da tre milioni di anni e non differisce molto tra l’homo sapiens e i mammiferi inferiori. L’altro, quello cognitivo, molto più giovane, nato con il linguaggio, in 150.000 anni ha avuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.
Per la storia recente, i disastri, le guerre, il razzismo derivano dalla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva.
La Neurobiologa sosteneva che bisognerebbe far capire ai giovani la questione dei due cervelli, poiché si illudono di essere pensanti in quanto: «Il linguaggio e la comunicazione danno loro l’illusione di stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e maschera la propria azione dietro il linguaggio, mimando quella del cervello cognitivo».
Qual è la migliore cartina al tornasole del nostro linguaggio comune al giorno d’oggi se non i social? Cosa diciamo? Come ci esprimiamo? È quello che analizza da qualche anno l’Osservatorio Italiano sui diritti, in collaborazione con diverse Università.
Il progetto partito nel 2015 ha evidenziato che l’Italia era profondamente diversa da quella attuale poiché gli odiatori, che pur già esistevano, erano nascosti, protetti e resi forti dall’anonimato che appunto la Rete garantisce. Si accanivano soprattutto contro le donne e contro le persone diverse. Gli Odiatori, in gergo “AHTER”, dei tempi presenti, sono soggetti odianti, rabbiosi che si accaniscono contro la persona, soprattutto contro migranti, ebrei, musulmani, e contro le donne, tronfi e orgogliosi del proprio diritto di odiare, mutuati dal linguaggio comune della politica. Un “odiatore” su tre si scatena contro “lo straniero”, addirittura è riemerso l’antisemitismo, che fino al 2017 era inesistente. Non può sfuggire l’impatto che il linguaggio della nostra politica ha sulla diffusione dei discorsi d’odio individuati tra ciò che non si riesce a capire e inconsciamente si teme, oppure che viene considerato “debole” o “contaminato”: quindi le donne, i diversi, le persone disabili o di culture o di religioni o di etnie non maggioritarie che vengono di volta in volta disprezzate, ridicolizzate, umiliate e aggredite e persino stuprate a parole che sempre più spesso diventano fatti.
Purtroppo proprio i social media sono sempre più la corsia preferenziale per questi messaggi. Bisogna tornare a mettere l’uomo al centro di tutti i sistemi e con lui i valori universali che lo abitano. Dobbiamo fare in modo che ogni persona guidata da questi valori universali a sua volta si faccia carico di interessi collettivi contribuendo a generare tolleranza, rispetto e gratitudine. Oggi la moda dei sovranisti premia chi sparla, critica e bestemmia di Europa, spesso però si ha l’impressione che non sanno di cosa parlano.
Vero è che questa Europa è una Unione nata abortita dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, nelle sue varie metamorfosi d’Europa del Carbone e dell’Acciaio, della Politica Agricola Comunitaria.
L’homo europaeus, sintesi di libertà e rigore, di immaginazione e intelligenza, oggi è miseramente ridotto ad effige di una moneta. Mentre il Mediterraneo, da crogiolo e crocevia di civiltà, è diventato un lugubre cimitero marino del quale tutti abbiamo una goccia di responsabilità. Purtroppo è un dato di fatto oggi nel post moderno, si sfonda alzando la voce. I danni che sta facendo questo chiasso, sono incommensurabili.
“Stano creando un’Italia diseguale, dove solo chi è ricco potrà curarsi dignitosamente, potrà garantire un’istruzione di qualità e sperare in un futuro per i figli. Lo scontro con l’Europa, nasconde la “frenesia” di potere! Ma se si agisce democraticamente e si attua, come si predica, il buon senso: il “potere” resta solo un accessorio!!
Si pieghi al Popolo perché lo rincorrete e lo bramate e perché, pur di averlo, siete pronti a sacrificare il Popolo.
(A.M.I.Co)