AGRICOLTURA SENZA TERRA

Mag 10, 2018 | Dalla Confeuro

Il 20° Agritech, la fiera che raduna a Tel Aviv i maggiori esperti mondiali dell’industria agro-tecnologica, tratteggia tre profili di tendenza per l’agricoltore di domani.
«IoT», big data, intelligenza artificiale, cloud e app sono gli strumenti a disposizione dell’agricoltore smart. Sensori collocati nei campi raccolgono informazioni sul suolo, sulle piante e sull’acqua e le trasmettono all’unità principale di controllo che gestisce contemporaneamente diversi programmi d’irrigazione e di applicazione di nutrienti vegetali. L’unità di controllo rimbalza al cloud, una sorta di cervello artificiale di un agronomo virtuale che vanta un’esperienza di oltre 50 anni – quella di Netafim, l’azienda che l’ha creato – ed è capace di apprendere ed evolversi ogni volta che acquisisce nuove informazioni. Simultaneamente nel cloud convergono dall’esterno previsioni meteo e immagini satellitari.
A questo punto l’agronomo virtuale analizza i dati, li converte in consigli per un’irrigazione ottimale e li invia all’«agricoltore smart» che, tramite una semplice app, può decidere di implementare azioni concrete in tempo reale. Con un click le decisioni sono restituite all’unità centrale che le smista alle centraline sul campo. NetBit, l’ultimo innovativo prodotto che Netafim lancerà ad Agritech, è l’unico sistema completamente integrato di gestione dell’irrigazione, che garantisce l’ottimizzazione delle risorse e la s certezza che le coltivazioni stanno crescendo nel miglior modo possibile.
500 mq di terreno servito da acqua ed elettricità e un capitale di 42 mila euro è tutto quello che occorre per diventare un «agricoltore fai-da-te» e, in quattro anni, rientrare dell’investimento. È il nuovo business chiavi in mano delle coltivazioni idroponiche – quelle «fuori suolo», dove la terra è sostituita da un substrato inerte e la pianta viene irrigata con una soluzione nutritiva – pensato e realizzato da Teshuva Agricultural Projects, dal seme al packaging. Con una produzione garantita tra le cinque e le dieci tonnellate l’anno di rucola, basilico, erba cipollina, coriandolo, timo, crescione oltre a insalate varie, da vendere a 12,5 euro al chilo, si può guadagnare tra 62 mila e 125 mila euro ogni anno. Il Tapkit arriva in un container completo di struttura per costruire la serra modulare, tavoli, tubi ma anche semi, fertilizzanti e packaging per una produzionedi tre mesi. Per installarlo bastano dieci giorni di lavoro di quattro persone. Dopo otto settimane il primo raccolto può essere confezionato e distribuito sul mercato. Tapkit offre la possibilità di iniziare un piccolo business sostenibile e pulito.
L’agricoltore su misura conosce esattamente i gusti e le abitudini dei suoi clienti. Sa, per esempio, che nell’area del Mediterraneo i nuclei familiari amano riunirsi tra loro. Per questo motivo, al mercato, scelgono grosse angurie da dodici chili. In Nord America invece le famiglie preferiscono trovare sugli scaffali dei supermercati piccole angurie da due chili. L’agricoltore su misura è contrario all’Ogm ma sostiene la ricerca scientifica che sviluppa nuove colture con metodi classici. Aziende come Origene Seeds sono esperte nella creazione di nuove generazioni di semi per una varietà di frutta e verdura potenzialmente infinita.

Fonte: La Stampa