BOTTE DA ORBAN

Dic 19, 2018 | Dalla Confeuro

Nell’era dello sbarco su Marte, del millesimo di micro secondo, delle nano tecnologie e di un “mostro” chiamato “digitale” e dei satelliti che scrutano ai millimetro il mondo, accade ancora che qualcuno metta in campo strategie per fagocitare il popolo. Forse resterete increduli, basiti ma si può constatare e riscontrare questa novità in assoluto che va oltre ogni più fantasiosa immaginazione.
Siamo in Ungheria – Paese membro dell’UE: dal 1° maggio 2004 e membro dal 2007 dello spazio Schengen. Il teatro è Budapest, dove migliaia di coraggiosi, sfidando freddo e gelo, sono in piazza e nelle strade per manifestare il loro dissenso per i provvedimenti assunti dal capo del governo che alle cronache è noto come Victor Orban il “sovranista”.
Sono donne e uomini, (la storia si ripete – il 1848, il 1956) che si rivoltano contro i detentori del potere che esercitano una forma subdola di imposizione governativa. La cosa che va colta è che per la prima volta in Ungheria si saldano rivendicazione sindacale e protesta politica.
Viktor Orban,il premier reazionario e sovranista, che ha fatto approvare nottetempo la “legge sulla schiavitù”, coronata da altri provvedimenti vessatori e restrittivi del tipo “tribunaleinquisitivo e giudicante”. Tutto e avvenuto di notte per paura delle contestazioni.
Il provvedimento ha portato il monte ore di straordinari a 400 l’anno attraverso una richiesta fatta direttamente al singolo lavoratore cancellando, di fatto, ogni forma di tutela sindacale. Una vera e gravissima prevaricazione, atteso che l’Ungheria ha chiuso le frontiere e rifiuta di far lavorare gli stranieri. Questo comportamento ha favorito le industrie che sfruttano gli operai schiavizzandoli senza pagarli e se capita ricevono acconti a babbo morto.
In aggiunta la stessa notte, oltre alla ‘legge-schiavitù’, è stato istituito una sorta di Tribunale speciale composto da giudici di nomina governativa e la creazione di un consorzio di testate – stampa, radio, tv, Internet – di diretta obbedienza a Orban e che non risponde a nessuna autorità.
Orban di recente è stato accolto in Italia da un ministro di questo esecutivo, forse per le sue capacità di docente di democrazia “moderna” e semplificativa. Ci rifiutiamo di immaginare che le lezioni riguardassero la “libertà”. Il monito ci giunge da autorevoli uomini di cultura e di storia contemporanea
ORBAN O LA LIBERTÀ??
EUROPA SE CI SEI BATTI UN COLPO?

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