BRUXELLES È TEMPO DI POTATURA

Mar 16, 2018 | Dalla Confeuro

Quando qualcosa non va ecco il capro espiatorio. L’agricoltura e gli agricoltori vittime inconsapevoli dei giochi economici tra il Regno Unito e Bruxelles. Perché, molti produttori agricoli si domandano, la Brexit pesa sulle spalle dell’agricoltura?
Un taglio del 30% sembra la sentenza emessa dai pezzi da 90 sulle spese agricole e poi si investe sulla difesa comune alla protezione delle frontiere fino al rafforzamento dell’unione economica.
Non si tratta della solita provocazione dei paesi del Nord Europa, ma un calcio di rigore contro chi non ha fatto alcun fallo e, purtroppo non è nelle grazie dell’arbitro. Ancora una volta all’orizzonte le vittime sacrificali sono gli agricoltori che nel quadro finanziario 2021 – 2027 vengono scippati di quegli aiuti, unica fonte che di aggiunge a quel poco che la GDO trasferisce a chi produce. Non è azzardato a questo punto immaginare che con l’internazionalizzazione e la persistente crisi nei rapporti UE – USA verrà addossata proprio e solo ai produttori.
Per ridurre l’impatto negativo sui redditi, si propongono scenari politici che ci portano indirettamente nella sfera dei ricordi con tutti i se e tutti i ma che pendono sul capo dei lavoratori della terra.
Il terzo incomodo si chiama Europa, e per noi agricoltori c’era una volta la PAC. La Politica Agricola Comunitaria che per diversi lustri ha tolto ai produttori dando ai tenutari e che a fronte di un bilancio pluriennale Ue 2014-2020 pari all’1% della ricchezza annuale generata dai partner, con una dote di circa 950 Miliardi, propone, ma sembra già deciso tagli e ancora tagli fino a ridurre ad un terzo quanto un tempo si destinava al motore della ripresa di tutta l’economia della vecchia Europa.
Qualcuno azzarda un gesto di approvazione, significa che purtroppo, forse a ragione, oggi l’agricoltura è un’altra cosa.