Indubbiamente, ogni iniziativa tende a sconfiggere, la diffusa illegalità nelle campagne e non solo, del Belpaese, va apprezzata e incoraggiata e le Istituzioni la devono supportare.
Visto che questi fenomeni criminosi, non sono proprio una assoluta novità, ci domandiamo se si ritiene sufficiente sempre più parlarne in occasioni preparate e tematiche, oppure si vuole combattere il binomio MAFIE- Agricoltura, con meno parole e più fatti.
Certo condividiamo le preoccupazioni del Presidente della Sesta Commissione consiliare Ercole Aprile che ha rimarcato “il tema del contrasto ai fenomeni criminali che si manifestano nelle attività e nella produzione agricola attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori, la violazione del diritto alla salubrità dell’ambiente ed alla salute dei consumatori” e ha sottolineato che “non basta un approccio interdisciplinare, serve il coinvolgimento di tutte le istituzioni, perché il solo strumento della repressione penale non è sufficiente”. Intorno alla tavola rotonda, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Martina ha sottolineato che gli effetti della legge contro il caporalato “si stanno vedendo e che in tanti territori l’attività inquirente ha avuto una svolta”.
Ora bisogna vedere come migliorarla” e ha aperto “alla massima interazione” tra le istituzioni, per un “lavoro concertato” che serva a “fare bene l’attività di contrasto”.
Al dibattito hanno partecipato oltre al vice Presidente Legnini anche alcuni Magistrati del CSM, e il Procuratore di Lecce Cataldo Motta. Il Consigliere Antonio Ardituro, che ha parlato “della necessità di implementare la rappresentanza italiana a Eurojust, che oggi deve far fronte ad una quantità di casi e di interventi straordinariamente maggiore rispetto al passato”. Per i non addetti ai lavori “Eurojust” è l’organismo Europeo per il coordinamento tra gli stati membri delle misure contro ogni azione criminosa nel settore Agro-alimentare (uno dei tanti “baldacchini” sconosciuti ai cittadini e non solo).
Il membro italiano di Eurojust Filippo Spiezia, ha parlato, sul piano normativo, di “un importante strumento che porta al superamento del meccanismo delle rogatorie attraverso un nuovo modo di acquisizione transfrontaliera della prova, basato sul principio del mutuo riconoscimento che presuppone fiducia e armonizzazione degli ordinamenti”.
Sostanzialmente, c’è ancora tantissimo da lavorare, e si parla di ulteriori investimenti sia sulla formazione della magistratura italiana e straniera, che sullo sfruttamento della mano d’opera quale momento essenziale del contrasto alle agromafie.
Alla luce dei risultati, che sono sotto gli occhi di tutti, anche noi siamo per i nuovi investimenti, ma, consentirci di orientarli presso la scuola pubblica fin dalle classi di media inferiore dove tra le tante materie, rese obbligatorie, non guasterebbero un paio di ore a settimana, per informare piccoli e adolescenti che MAFIE E CAPORALI, spesso hanno il cognome in comune.
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