COME RADICI: IL VENTO.

Ago 10, 2017 | Dalla Confeuro

Le stelle vivono e brillano di luce propria. Quando si spengono diventano vento. Il vento poi vola via generando un’altra vita.
La vita inizia quando una stella muore. L’agonia di una stella è fatta di rigonfiamenti, cataclismi e di un vento forte che assomiglia all’ultimo respiro. Sono queste correnti che trasportano in ogni angolo dell’universo i minuscoli grani di materia che nel corso di miliardi di anni si sono formati . Facendo ripartire quel ciclo dell’aggregazione dei piccoli grani di materia che grazie alle forze di gravità, porterà alla formazione di nuovi pianeti e di nuove stelle e almeno in un caso in tutto il cosmo del fenomeno della vita. Una stella, nella fase detta di “Gigante Rossa” che significa massa molto grande, vive miliardi di anni.se la massa e limitata si consuma fino a diventare una “nana bianca” che continua a risplendere grazie al calore residuo del nucleo, poi anche dopo miliardi di anni, lentamente si spegne e diventa “nana nera”.
Questo significa che quando guardiamo il cielo con tante stelle luminose, le stelle che osserviamo luccicanti potrebbero essere già morte.
La Terra è figlia di una stella, e nasce dal vento che trasporta nell’universo miliardi di grani di materia che sprigiona il cuore di una grande Gigante Rossa che forse da “nana bianca” oggi è diventata una “nana nera”. Si stima che il tempo di trasformazione è indeterminabile e comunque si tratta di miliardi di anni, molto di più dell’età dell’universo. Pertanto ancora non esiste una “nana nera”.
Ne deriva che la stella che ha generato la Terra ci appare, ma potrebbe essere già morta!
Se il globo è questo, – ed è in essere una riconversione ambientale, dove trovano posto, migranti, pace, disarmo, acqua, no-ogm, partecipazione e democrazia, diritti globali, impronta ecologica e sociale – allora è il nostro mondo!! Ma forse abbiamo visto la stella sbagliata. La realtà che domina il pianeta invece è un’altra, ti guardi intorno e ti accorgi che sei circondato da contraddizioni, allora scopri che non è questo Il mondo, e ciò che ti aspettavi lo devi ricercare, se non lo trovi lo devi costruire, perché un mondo migliore è sempre possibile!! “la nostra era una generazione che non si è potuta permettere il lusso di sognare, in maniera del tutto innocente, ma a svegliarla era la fame. Ma la sofferenza non ci spaventava e non abbiamo smesso di sognare ad occhi aperti, con il fermo intento di costruire un’’altro mondo. Un mondo diverso, un mondo migliore senza essere influenzato dal potere e da tutte le sue forme più o meno istituzionalizzate”. Caduto il “muro di Berlino, non avremmo mai immaginato che ci sarebbe stato l’11 settembre, poi la crisi globale e oggi un mondo, sempre più “terrorizzato” in cui è in crisi prima di tutto la “percezione dell’avvenire”.
Spesso mi domando se le generazioni più giovani della nostra, possano comprendere questi sentimenti, non avendo conosciuto, forse, la nostra “speranza”, ma nemmeno la nostra cocente “delusione”.
Nei tempi moderni, c’è da domandarsi come si intende e con quali mezzi si vuole dare continuità al cambiamento, atteso che L’Europa è in piena crisi, gli USA si sono sfilati dall’impegno sul clima, e poi l’esplodere del tema delle migrazioni, la perdita di centralità dell’agricoltura, le diseguaglianze, consumate nelle periferie delle megalopoli industrializzate e cementificate da odio e rancore, da ricchi e poveri, da potenti e nulla tenenti, per non dire che dopo la “guerra fredda” siamo passati alle guerre “vere” e Dio ci salvi dalla quella mondiale? Oggi non basta più anelare solo un nuovo mondo possibile, ma dobbiamo fare qualcosa perché il nuovo mondo è “necessario!”
E quindi dobbiamo, continuare a credere in una radicale prospettiva di cambiamento che non sia regressivo, ma propellente per un mondo in cui ci sia posto per tutti i protagonisti.
C’è una frase che recita “se alle porte del nostro castello di declinante benessere bussano le miserie del mondo; i suoi conflitti esplodono nelle nostre città, per cui non ci possiamo limitare a – rispettare gli altri – ma occorre offrire una prospettiva comune”.
Bisognerebbe riproporre le esperienze di democrazia partecipativa anche nel contesto comunitario, di tolleranza sociale e di coinvolgimento di tutte le parti impegnate a dare il rispettivo contributo. Una lezione per i corpi intermedi che non possono essere il luogo del passato e del presente, ma devono riproporsi nel ruolo di cerniera tra la realtà e il futuro.
Pur vivendo una crisi, che ha messo in ginocchio lo Stivale e non solo, ma stanno pagando un prezzo proibitivo anche L’Europa e il resto del Pianeta, se non si corre ai ripari, rischiamo seriamente una terribile collisione del tipo “scontro tra civiltà”
Occorre da subito il coinvolgimento di tutte le generazioni, è nell’immediato investire sulle nuove generazioni, che hanno più interesse a correggere la rotta perché non possiamo più derogare: un nuovo mondo è indispensabile!!
Dobbiamo prendere atto ed avere cognizione che le lacerazioni del Pianeta non sono rimarginabili, pertanto necessitano menti nuove e occhi penetranti per curare le “peripezie esistenziali della Terra”, nelle nostre città, come nel mondo globale. È perfettamente inutile continuare a camminare in avanti con lo sguardo rivolto all’indietro, Bisogna guardare avanti e possibilmente lontano, con la fermezza di cambiare riaffermando legalità, diritti e una più equa Giustizia.
Occorre stimolare, il desiderio, la passione di futuro che da ventenni nostalgici, abbiamo profuso nell’impegno politico e sociale e che oggi incrocia nuovi ventenni che scriveranno una nuova pagina di storia potendo attingere da una radice luminosa che brillerà quasi in eterno, visto che la stella che la custodisce e destinata a vivere oltre gli anni dell’universo, anche se diventasse una “nana bianca”