La sanatoria dei migranti deve prevedere precisi requisiti per facilitare l’inserimento dei lavoratori e contrastare ogni forma di caporalato e sfruttamento – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Se le modalità con cui sarà attuata la regolarizzazione ne determineranno certamente l’efficacia, la misura resta tuttavia necessaria e urgente per dare continuità al lavoro nei campi delle aziende agricole.
Siamo preoccupati per la confusione e le tensioni che la questione sta generando all’interno del Parlamento e della stessa maggioranza. La crisi in corso e l’incapacità finora mostrata dal Governo nel dare risposte concrete a liberi professionisti, imprenditori e partite Iva hanno generato scontento e timore. Neanche su questo fronte è possibile esitare, perché il rischio per molte imprese di non riuscire a superare questo momento deve essere affrontato con altrettanta urgenza – continua Tiso.
E’ però necessario evitare una guerra tra le diverse categorie di lavoratori, partendo dall’errato presupposto che un provvedimento ne escluda un altro e che non si possa affrontare la crisi secondo una visione ampia, scevra da ideologismi, che abbia come obiettivo esclusivo la rinascita del Paese e di tutti i suoi settori produttivi.
Poter disporre di manodopera nei campi significa garantire continuità alla filiera agroalimentare, dare alle imprese agricole la possibilità di sopravvivere ed evitare un aumento del prezzo dei generi alimentari che andrebbe a penalizzare soprattutto le fasce di popolazione meno abbienti. La sanatoria si può realizzare imponendo obblighi precisi ai datori di lavoro, in modo da combattere l’illegalità e fare in modo che possa portare beneficio anche a medio e lungo termine. L’alternativa, poco auspicabile, è continuare a permettere che i migranti siano impiegati in agricoltura in una situazione di completa illegalità e violazione dei diritti.