A pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Ambiente, la Corte dei conti europea lancia un grave monito per l’agricoltura del Vecchio continente e il suo attuale modello di sviluppo – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. In una relazione speciale la Corte afferma senza mezzi termini che la Politica agricola comune non è riuscita a fermare il declino della biodiversità, a dispetto degli 86 miliardi stanziati dalla Commissione tra il 2014 e il 2020, di cui 66 destinati proprio alla Pac. In pochi decenni stiamo perdendo una ricchezza inestimabile: tra gli indicatori più significativi ci sono le popolazioni di farfalle e uccelli nei terreni agricoli, che dal 1990 sono diminuite del 30%.
Il bilancio dell’ultimo settennato in materia di ambiente è insomma negativo e non potrebbe esserci riconoscimento più autorevole, perché a fare mea culpa sono le stesse istituzioni dell’Unione europea. È urgente cambiare rotta, facendo diventare l’agricoltura amica del pianeta attraverso tecniche di coltivazione agroecologiche che rispettino l’ambiente e promuovano la biodiversità – continua Tiso.
La Corte dei conti spiega che il problema riguarda non solo le risorse, ma anche il sistema dei controlli, che finora si è rivelato inefficace. In particolare occorre ripensare le misure ‘verdi’, le condizionalità degli aiuti diretti, il monitoraggio delle spese e il regime delle sanzioni.
A livello nazionale ed europeo, le indicazioni per una riforma dell’agricoltura sono ormai unanimi. Per questo crediamo che la discussione non possa più concentrarsi sul se ma sul come attuarla, senza dimenticare che per una svolta reale bisogna partire dal nodo delle risorse per poi affrontare la loro efficace gestione, inclusi i controlli e le sanzioni, senza trascurare nessun passaggio.