Le misure di sostegno inserite nel Decreto rilancio possono contribuire a rispondere ai bisogni più immediati del settore primario, ma nel medio e lungo periodo sono necessari interventi strutturali per trasformare il nostro sistema agricolo e renderlo finalmente sostenibile – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro.
Rispondendo ieri in Senato a un’interrogazione, il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate ha confermato lo stanziamento di 500 milioni di euro per il fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi, l’aumento al 70% degli anticipi Pac e i 100 milioni di euro destinati al settore vitivinicolo in crisi. Sarà consentita inoltre maggiore flessibilità agli enti locali per la concessione di contributi alle imprese agricole. L’incremento delle risorse per la ripresa dell’agricoltura è un fatto senz’altro positivo, ma manca ancora una visione chiara della direzione da prendere per il futuro – continua Tiso.
E’ bene ricordare che tra le aziende più colpite dall’emergenza ci sono quelle già convertite al biologico. Un recente sondaggio della Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (Firab) su un campione di 400 produttori, ha rivelato che la crisi ha investito il 73% delle imprese bio e che per oltre due aziende su tre la possibilità di sopravvivere è di massimo tre mesi se mancherà un adeguato sostegno pubblico. In questo periodo abbiamo appreso quanto sia importante la filiera agroalimentare per tutela dell’ambiente e della salute. E’ giunto il momento di andare oltre gli indispensabili interventi di salvataggio e di elaborare politiche di lungo respiro che puntino sull’agroecologia come cardine della rinascita del settore primario.