Qualche giorno fa abbiamo lanciato una proposta operativa per costituire un Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) diverso a quello attuale. Il Cnel infatti, è bene ricordarlo, è ancora oggi gestito con i presupposti della lottizzazione, ma questa volta proprio da quelle fazioni politiche che nel referendum costituzionale dell’anno scorso hanno proposto di eliminarlo.

Come Confeuro sentiamo la necessità di evidenziare la gravità di queste situazioni, ma anche le possibilità che possono derivare da un Cnel effettivamente diverso. Magari trasformandolo in un luogo nel quale produrre un risparmio effettivo per i cittadini non pagando i dirigenti “politici” e allargando la partecipazione anche alle numerose sigle della rappresentanza boicottate da quelle “tradizionali”.

C’è poi un altro aspetto che è doveroso sottolineare: per abolire il Cnel (elemento sul quale sembrava che la politica fosse totalmente d’accordo) non serve una modifica costituzionale, ma una semplice legge ordinaria.

Se l’intenzione è quella di produrre un cambiamento effettivo, farlo è possibile. L’impressione però è che su temi come questi ci sia ancora una gigantesca retorica spesa ad uso e consumo di chi cerca solo qualche voto in più e non il benessere dei cittadini e del Paese.