In un mercato agricolo fortemente concorrenziale, è opportuno sottolineare, non colo come la Politica Agricola Comune (Pac) non abbia aiutato le Pmi del settore, ma anche come abbia potenziato le grandi multinazionali dell’agroindustria indebolendo proprio la capacità di azione di quelle piccole e medie aziende alla base del patrimonio enogastronomico nostrano.

Non è nel nostro stile ricordare come la nostra organizzazione sia stata tra le poche a rendere note le sue perplessità sulla Pac attuale, ma non possiamo nemmeno esimerci dall’evidenziare la cecità delle sigle della rappresentanza sindacale “tradizionale” verso di essa e verso ciò che avrebbe determinato.

La Pac attuale sta producendo danni considerevoli alle Pmi agricole italiane e svendendo le peculiarità agricole del Bel Paese all’interno di un mercato globale a cui ci si è approcciati in modo grossolano e superficiale.

Il nostro auspicio è che il ministro Martina e il Parlamento Europeo si impegnino sin da subito a correggere le tante falle di questo sistema, ma anche che si applichi una immediata inversione di rotta in vista delle discussioni sulla nuova Pac.