Investire sulle fonti di energia rinnovabili è fondamentale per realizzare la transizione ecologica, ma il loro sviluppo non può avvenire a spese dell’agricoltura – dichiara Andrea Michele Tiso. Con il via libera agli espropri di terreni agricoli, parchi e boschi per la costruzione di impianti a energia fotovoltaica, eolica e da altri fonti non fossili, il Governo sta imboccando la strada sbagliata. C’è tuttavia tempo per fare marcia indietro e riscrivere le norme contenute nel nuovo Decreto semplificazioni, arrivando a una soluzione che salvaguardi gli interessi di tutti.
La realizzazione di impianti di questo tipo era finora consentita solo nelle aree non coltivate o degradate – spiega Tiso. Si trattava di una misura ragionevole, che permetteva di preservare la ricchezza del nostro suolo e la sua importante funzione di contrasto dell’inquinamento atmosferico. Queste aree, così preziose per la tutela del clima e del paesaggio, rischiano ora di essere gestite dalle grandi multinazionali dell’energia che intendono costruirvi i loro impianti, anche a dispetto del parere contrario dei proprietari dei terreni.
L’agricoltura di qualità, il turismo e il patrimonio ambientale del nostro Paese non possono essere soppiantati da un modello industriale che privilegia gli interessi dei colossi della produzione energetica, concentrati quasi esclusivamente sulla redditività e con scarse ricadute a livello occupazionale. Sarebbe un approccio miope, che non terrebbe conto del ruolo cruciale dell’agricoltura è chiamata a giocare nella realizzazione di una vera transizione ecologica.