La disoccupazione resta ai livelli più alti mai conosciuti delle serie storiche (12,7%) e il cambiamento sbandierato dal governo con il decreto legge ora al vaglio del parlamento non risponde alle necessità auspicate dai cittadini.
La crisi del 2008 ha generato una serie di ulteriori e gravi crisi, tra queste quella della disoccupazione giovanile (42,7%). Quel che serve – continua Tiso – è che venga finalmente messo in discussione un modello di crescita evidentemente inappropriato per un paese come il nostro. L’Italia, con buona pace di tutti i fautori dell’industrializzazione e degli sgravi per l’acquisto di nuove auto, è un paese a vocazione agricola e con uno straordinario patrimonio enogastronomico e paesaggistico. La speranza – conclude Tiso – è che il governo riesca finalmente a vedere come l’unico settore in grado di abbassare radicalmente i dati della disoccupazione sia il primario.