CONFEURO: LAVORO NERO IN AGRICOLTURA DESTA PREOCCUPAZIONE. RAFFORZARE CONTROLLI PER GARANTIRE DIRITTI E LEGALITA’

Ott 31, 2019 | Comunicati

Non c’è sviluppo sano e duraturo dell’agricoltura senza rispetto della legalità e dei diritti dei lavoratori – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Destano forte preoccupazione gli ultimi dati diffusi dal Censis, che stimano in 220mila gli occupati irregolari in agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia su un totale di 3,3 milioni di lavoratori del sommerso. Per il settore primario l’incidenza del lavoro nero raggiunge il 16,9%, con una crescita dello 0,5% tra il 2014 e il 2017. Il problema affligge anche la produzione di beni alimentari e di consumo, dove l’incremento del sommerso nello stesso periodo è stato dello 0,4%.
Le ripercussioni negative del fenomeno – continua Tiso – sono molteplici: dallo sfruttamento dei lavoratori in nero, pagati meno della metà degli occupati regolari, alla concorrenza sleale che le aziende in regola devono subire da parte di coloro che non rispettano le leggi.
Dietro all’economia sommersa non c’è solo una grave ipoteca sul futuro dei lavoratori, privati delle coperture previdenziali, assistenziali e sanitarie, ma anche un trattamento che nelle realtà più difficili assume la forma di moderne schiavitù ed è spesso collegato al caporalato.
Negli ultimi mesi una serie di operazioni contro il caporalato hanno dimostrato che il fenomeno si può sconfiggere, adottando misure e controlli adeguati. Per contrastare un problema radicato e diffuso come il lavoro nero è necessario agire su più livelli, attraverso controlli, sanzioni e incentivi all’emersione. Nella sua lotta all’evasione, ci auguriamo che il Governo affronti anche il lavoro nero in agricoltura tramite misure ad hoc, come il reinserimento dell’utilizzo dei voucher dopo un’opportuna revisione dell’impianto normativo.