I nuovi casi di peste suina scoperti nel nostro Paese vanno valutati con attenzione per predisporre una risposta proporzionata alla minaccia reale – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. A quanto si apprende dai media, sono tre al momento gli animali trovati infetti, di cui soltanto uno vivo. Di fronte a un nuovo pericolo occorre sempre massima cautela, evitando però di cadere nell’estremo opposto di applicare misure troppo severe che mirino a tutelare gli amministratori ancor prima della popolazione.
Con un’ordinanza firmata dai ministri Patuanelli e Speranza, sono state vietate per sei mesi attività venatorie, raccolta di funghi e tartufi, pesca, trekking e mountain bike in 114 Comuni, dei quali 78 in Piemonte e 36 in Liguria – continua Tiso. Inoltre, diversi Paesi come Svizzera, Kuwait, Cina e Giappone hanno sospeso le importazioni di carni e salumi italiani per un valore stimato di 1,7 miliardi di euro. Ci auguriamo che la situazione torni presto sotto controllo e che gli allevatori italiani possano riprendere le proprie esportazioni verso i mercati esteri in condizioni di sicurezza.
Chiediamo al Governo di non limitarsi a disporre chiusure prolungate nel tempo, ma di integrarle con interventi specifici per accelerare il ritorno alla piena attività. A questo proposito, siamo convinti che la conversione degli allevamenti intensivi verso pratiche zootecniche sostenibili possa dare un grande contributo anche al contenimento delle malattie degli animali. Infine, sarà necessario rivalutare la chiusura di sei mesi della caccia e delle altre attività in base all’evolversi della situazione. Il termine appare infatti molto lungo, anche considerando che la peste suina non si trasmette all’uomo.