CONFEURO: PREZZO DEL LATTE, NEGOZIATO IMPARI. RIPARTIRE DALLE ORGANIZZAZIONI DI PRODUTTORI PER MIGLIORARE IL POTERE CONTRATTUALE

Ott 6, 2020 | Comunicati

L’ultimo negoziato sui prezzi del latte apre uno scenario di incertezza per gli allevatori italiani e dimostra ancora una volta come i produttori siano in posizione di netto svantaggio al momento di trattare con la grande industria – dichiara Andrea Michele Tiso. L’accordo siglato con Italatte scarica sui produttori l’onere di stabilizzare il mercato, con un ritorno di fatto al regime delle quote. In base al nuovo contratto di somministrazione, per poter avere nel 2021 lo stesso prezzo del latte gli allevatori dovranno infatti conferire mensilmente gli stessi quantitativi del 2020. Nel caso di eccedenze nei periodi gennaio-aprile e novembre-dicembre 2021, il prezzo del latte sarà invece decurtato di 60 euro ogni 1000 litri.
La vicenda evidenzia la mancanza di potere contrattuale di allevatori e agricoltori e i limiti attuali della rappresentanza politica – continua Tiso. Per questa ragione è urgente favorire il sistema aggregativo in Organizzazioni di produttori, in modo da rafforzare il loro peso al momento di determinare il prezzo dei prodotti. L’organizzazione e la concentrazione dell’offerta agricola, non a caso, rappresenta una delle azioni strategiche della Commissione europea ed è stata nell’ultimo decennio uno dei temi chiave delle proposte di riforma della Pac.
In questo scenario, il Governo è chiamato a fare la sua parte affinché agricoltori e allevatori possano contare su una struttura organizzativa che li metta in grado di negoziare da una posizione di forza, senza subire le imposizioni dell’industria della trasformazione e del grande commercio al dettaglio. Sarà bene tenerlo presente quando si dovrà decidere come allocare la quota del Recovery Fund destinata al settore primario.