CONFEURO: SENZA SVOLTA VERDE IL DEBITO ECOLOGICO PESERÀ SULLE PROSSIME GENERAZIONI

Ott 20, 2020 | Comunicati

Il settore primario consuma più risorse di quelle che i nostri terreni sono in grado di generare. Il risultato di questo sistema di sfruttamento intensivo è un debito ecologico che peserà sulle prossime generazioni – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La conferma arriva da uno studio dell’Università degli Studi della Tuscia, realizzato in collaborazione con Greenpeace Italia. Il sistema agricolo e zootecnico italiano, sostengono i ricercatori, sono insostenibili e creano un deficit fra domanda e offerta di risorse naturali. L’impatto ambientale dei due settori è pari a una volta e mezza le risorse naturali messe a disposizione dai terreni agricoli, mentre soltanto gli allevamenti ne consumano il 39%.
Proseguire con questo modello di sfruttamento non ha più alcuna logica neanche dal punto di vista esclusivamente economico, perché nel lungo termine porterebbe inevitabilmente a un punto di non ritorno – continua Tiso. Bisogna inoltre considerare l’impatto negativo per l’ambiente e per la salute dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi, che finiscono per peggiorare la qualità della vita e per pesare sul sistema sanitario nazionale.
Non c’è ormai un solo motivo per rinviare la riforma del nostro sistema di produzione, se non la resistenza di grandi aziende che riescono ancora a trarne un profitto destinato comunque a estinguersi. È la stessa politica dell’Unione europea a favorire la grande agroindustria: un terzo dei fondi della Pac è infatti appannaggio dell’1% delle aziende agricole. Per questo è indispensabile riscrivere le regole, modificando la ripartizione delle risorse e adottando nuove politiche che garantiscano una forte tutela della biodiversità. Ci auguriamo che i deputati europei chiamati questa settimana a votare la riforma della Pac ne prendano atto e facciano prevalere l’interesse collettivo.