“DEMOCRAZIA MODERNA” . . .razza stracciona . . .

Set 22, 2017 | Dalla Confeuro

I diritti, da soli, siano essi dei singoli o dei popoli, sono strumenti per scuotere gli ordini politici e sociali costituiti. Secondo la loro duplice natura, possono essere strumenti di emancipazione quando sono branditi come rivendicazione dagli oppressi; oppure, possono essere pretesti della prepotenza quando sono accampati dagli oppressori.
In ogni caso, da soli, alla lunga non valgono a costruire società dove ci sia posto per tutti in un qualche ordine giusto.
Contemporaneamente, giustificano i più forti nell’esercitare poteri di sopraffazione, spoliazione e appropriazione.
Il sospetto si è rafforzato dopo che i regimi totalitari del secolo scorso, hanno proclamato che i singoli hanno solo doveri e ciò che restava dei diritti non era altro che il riflesso dei doveri. In breve: i diritti erano diventati diritti di fare il proprio dovere.
Per i tanti solo doveri, a beneficio dei faccendieri, pure massoni, in pratica la razza padrona degli anni Settanta si è trasformata nella “razza stracciona” di oggi. Intrecci pericolosi tra banche, fondazioni, assicurazioni e poteri pubblici locali e nazionali, connivenze tra controllori e controllati, meccanismi di selezione che premiano gli amici indipendentemente da meriti e capacità, una concezione distorta della società. Soggetti strani che predicano e aizzano i cittadini contro le “Istituzioni” e “Roma Ladrona” ma, scavando a fondo nei loro tabù, s’incontrano totem con in tasca soldi e diamanti. È proprio la nuova “razza di pezzenti e straccioni” mascherati, che vorrebbero annettere lo Stivale, sottomettere la Magistratura e farsi scudo di sordi e ciechi, strumentalizzando gli emigrati e gli immigrati, facendo tutto un brodo.
Naturalmente con gli anni al “collettivo”, denominata “razza stracciona”, si aggiunge una nuova figura che emerge naturalmente nelle dinamiche della nuova corruzione consociativa, basata sulle consulenze e sui favori, più che sulle classiche tangenti in denaro: il “facilitatore”, cioè colui che sta al centro di una fitta rete di conoscenze, interessi, legami che avvincono il potere legale a quello illegale, l’economia e la politica alle associazioni mafiose e ai poteri massonici. Il «professionista» deve portare ordine nella confusione, creando il collegamento tra chi ha il compito di decidere e chi deve attuare le decisioni.
Il facilitatore non è però un’invenzione letteraria, ma un operatore, a cavallo fra il grottesco e il drammatico, che compare sistematicamente nelle più importanti indagini sulla moderna corruzione, quale soggetto che deve agevolare i rapporti tra i diversi mondi che, nella moderna forma assunta dal fenomeno corruttivo, sono uniti da legami stabili e strutturati.
Nel nuovo contesto la tangente non è la remunerazione di uno specifico favore, ma una pratica diffusa e preventiva che vede il burocrate o il politico pronto a risolvere problemi, a sbloccare pratiche, ad “aiutare a tutto tondo” l’imprenditore amico, nei rapporti con gli uffici della Pubblica Amministrazione. Insomma, non si vende l’atto, ma la funzione o qualità del pubblico ufficiale. Il giuramento di fedeltà allo Stato è tradito alla radice e, con esso, la dignità di chi l’ha prestato.
La complessità delle trame e delle relazioni «istituzionali» richiede, quindi, la presenza di un soggetto dotato di un’ampia rete di amicizie e di conoscenze, in grado di intervenire nei procedimenti di formazione della volontà dell’amministrazione e di mettere in contatto politici, burocrati, imprenditori ed esponenti del mondo criminale. E, in definitiva, un «mediatore amministrativo», rigorosamente bipartisan, capace di raggiungere politici e amministratori, di aprire tutte le porte e di avere la meglio sugli infernali meccanismi della burocrazia.
Alcuni di loro più che straccioni sono lestofanti, perfidi, ambiziosi, che hanno approfittato di gente perbene per trarre vantaggi millantando crediti. Personaggi malavitosi con comportamenti equivoci, meglio definiti “sciacalli”.
Gli sciacalli, non sono esseri viventi appartenenti alla famiglia di mammiferi proboscidati, ma di altro genere, un genere pericoloso per gli altri vertebrati. Compendiando, figure e controfigure, che vivono di sotterfugi e imbrogli per riempire le tasche di qualsiasi cosa.
Continuare a sostenere che la “democrazia” è invenzione dei greci è solo un diversivo perché in natura la democrazia esiste da sempre. Una ricerca dimostra che per la maggior parte delle società animali è meglio affidarsi al gruppo e decidere democraticamente cosa fare piuttosto che seguire il capo. In alcune specie (come i gorilla, i babbuini e gli elefanti) è stato verificato che la direzione o il momento dello spostamento, o altri tipi di decisione, sono prese solo quando la maggioranza è d’accordo, non quando il capo si alza e si avvia.