EUROPA, 100 MILIARDI ALLA RICERCA PER CREARE LAVORO (E INNOVAZIONE)

Set 10, 2018 | Uncategorized

«La Commissione Ue ha proposto di passare da 77 a 100 miliardi gli stanziamenti nel nuovo bilancio 2021-2027 per la ricerca, l’innovazione e la scienza perché questa è la priorità per creare nuovi posti di lavoro perché senza innovazione non si può creare posti di lavoro. L’innovazione e la ricerca hanno un ruolo determinante nel rafforzamento della competitività dell’industria europea e non ha senso affrontarle in ordine sparso». Così Carlos Moedas, commissario europeo della Ricerca, delle Scienze e l’Innovazione.
Perché è importante sostenere l’innovazione?
In altre parti del mondo per creare lavoro si riducono i salari ma in Europa vogliamo usare l’innovazione per creare nuovi posti di lavoro ben retribuiti, così da creare prodotti che altri non possono creare. Il legame tra innovazione e creazione di posti di lavoro è molto importante.
Ci deve essere collaborazione tra università e industria, tra le industrie e un ecosistema che funziona. I finanziamenti europei sono l’unico sistema perché a livello nazionale non sono sufficienti: scegliere il miglior progetto in tutta l’Europa è meglio che sceglierlo in ogni Stato: questo è uno dei migliori esempi perché l’Europa è necessaria.
Investire in ricerca porterà alla creazione di 100mila posti di lavoro nei settori della ricerca e innovazione nel periodo 2021-2027?
Penso che siano molti di più anche se è difficile quantificare questa previsione. Ma una cosa è sicura: si creano nuovi posti con l’innovazione e creando nuovi prodotti non guardando al passato. Ogni volta che noi produciamo qualcosa di innovativo noi stiamo creando una nuova società o un nuovo posto di lavoro. In Europa siamo ben posizionati nella scienza di base come mostra
La tecnologia distrugge dei posti di lavoro ma poi ne crea altri. Pensiamo alle banche e all’introduzione delle casse automatiche: all’inizio si pensava che questa innovazione avrebbe ridotto i posti di lavoro e invece si è avverato il contrario.

Rif: Il Sole24Ore