LA CENTRALITÀ DELLA PERSONA E LA VERGINITÀ DELLA POLITICA (Iniziativa Comune)

Set 11, 2018 | Dalla Confeuro

Spesso chi tenta politicamente di dare un contributo al sistema Paese, viene tacciato per “galoppino” – “venduto” – “Mani in Pasta” – “Abbottonato”. Molti si esercitano a fare giustizia sommaria a nome di una “verginità” della politica, che non propone non suggerisce, non corregge, bensì afferma, impone sostenuta da convinti assertori e, custodi delle nuove verità al punto di ritenere inutile ogni forma di confronto, di scelta e responsabilità in ordine ai problemi del vivere civile, nel rispetto delle regole, che disegnano nel bene e nel male la nostra esistenza.
Ma il disinteresse dovrebbe anche evitare che ci si lamenti di ogni piccola inezia. Dire che le cose vanno male è come ammettere le proprie responsabilità di aver consentito ad altri di scegliere e decidere, dando loro la facoltà di agire senza curarsi di dove ed in quale direzione va lo Stivale.
Ma ciò che conta maggiormente è la certezza che la verità sia vera, non perché sia un obbligo di legge, ma perché frutto della serietà di chi ha ricevuto il mandato. Forse è utile precisare che, quando si parla dei nostri concittadini si evidenzia che: meno del 10% degli Italiani parla di politica, mentre solo il 17% ascolta i dibattiti politici, una fetta molto piccola della popolazione partecipa a comizi o a cortei, meno dell’1% svolge attività di volontariato per i partiti. Negli ultimi anni, qualcosa e cambiato. Sgomitando hanno preso piede i “social” , una sorta di adunanza permanente su Facebook dove si discute, senza parlare, basta un tablet o uno smartphone e giù ingiurie, invettive, imprecazioni, in difesa non di un concetto, una proposta, oppure una posizione chiara, che riguarda la vita di tutti i cittadini indipendentemente dal colore e dal credo in cui si realizzano. Difese senza se e senza ma, “fuoco amico” su quanti hanno gli stessi problemi, ma sono sfortunati, non hanno un “idolo” da affermare un “santo” senza peccati, anche se si rifiuta di scagliare la prima pietra.
Noi siamo dell’avviso che il destino, invece, può essere cambiato poiché esso è inerente alle caratteristiche umane: l’uomo “faber est suae quisque fortunae” (Ciascuno è artefice della propria sorte). L’unico arbitro del proprio destino è dunque l’uomo stesso.
Francamente, oggi, la politica è in declino per il livello culturale che vola basso, poche proposte, spesso illusorie, ma a comandare sono i soliti, più o meno conosciuti. Ormai sempre più spesso le cose sono già fatte, nessuna opportunità, siamo sostanzialmente persi, senza mai poter dire la nostra.
In questo Paese tutti sono depositari delle tante verità. La verità è una e vale per ognuno, indipendentemente dalle convinzioni e dalle idee che democraticamente, vanno rispettate.
Questa non è politica “vergine”, sa più di “vecchia baldracca”! Occorre un intervento che punti a nobilitare la politica, liberare intelligenze, capacità, bravura, creatività ossia le migliori energie di ogni età e condizione sociale, per dar corpo, anima, pensiero e vita alle reali aspirazioni della gente rispettosa delle regole costituzionali.
Perché non si dovrebbero evidenziare i disastri prodotti da gente che della politica ne ha fatto abuso, dipingendo di nero anche ciò che naturalmente luccica? In verità un motivo ci sarebbe: dello spettacolo a cui stiamo assistendo in questi giorni non ha forse qualche colpa anche il Paese che siamo?
Oggi da più parti si sente dire che è in atto un cambiamento, che i nuovi condottieri sono figli del popolo, se tutto questo è vero, la politica deve ritornare tra la gente. Ogni forma di abuso deve superare un baluardo che lotta per la dignità e il rispetto.
La Democrazia, non si realizza nell’esercizio del diritto alla parola, ma nel dovere di sapere ascoltare anche i più flebili lamenti di quanti non hanno voce per farsi sentire, anzi, privilegiando tali lamenti, perché in essi c’è la voce più vicina alla realtà.

Gruppo di Cooperazione e di Proposte