GIAN MARCO CENTINAIO IL NUOVO MINISTRO DELL’AGRICOLTURA

Giu 1, 2018 | Dalla Confeuro

Ha cominciato come consigliere comunale nel Carroccio a 19 anni ma nel 2013 ha lasciato il partito per entrare nella meteora Gal. Solo per due mesi. Con Salvini condivide le battaglie per castrazione chimica, rimpatrio degli irregolari, legittima difesa, no allo Ius soli
Si definisce “leghista sin dal primo vagito”, e in effetti la sua prima tessera alla Lega Nord risale all’inizio degli anni Novanta, quando Umberto Bossi scoprì la Padania: Gian Marco Centinaio aveva 19 anni e già passione per la politica. Così pochi anni dopo, mentre studiava per la laurea in Scienze politiche, Centinaio faceva palestra politica nella sua Pavia, come consigliere comunale prima, come vicesindaco poi, scalando di pari passo anche i ruoli all’interno della Lega.
Ma è solo nel 2013 che entra per la prima volta in Parlamento: senatore del Carroccio nel periodo più buio della Lega degli scandali, l’anno dopo diventa capogruppo a Palazzo Madama. Ma in quel 2013 il leghista sin dal primo vagito “tradisce” il suo partito: per due mesi lascia la Lega ed entra nella meteora Gal, Grandi autonomie e libertà, “su mandato della Lega – dice – per garantire rappresentanza ai gruppi autonomisti locali”.
Un prestito, insomma, come nel campionato di calcio, per permettere la costituzione di un gruppo parlamentare di appoggio al centrodestra.
Sposato, un bimbo di tre anni, motociclista (al grillino Di Battista diceva ironico: “Lui nella Lega non farebbe neanche il candidato al consiglio municipale, da noi non basta essere carini, simpatici e fare il giro dell’Italia in moto”), nel curriculum può mettere una professione, quella di dirigente d’azienda (il primo impiego, a 29 anni, come operatore telefonico in Banca Mediolanum, fino a diventare direttore commerciale di un tour operator), ma dall’esordio sui banchi del Senato la sua attività è stata tutta politica.
Con una serie di parole chiave e di battaglie che condivide in pieno con il suo leader Matteo Salvini (e se quest’ultimo è il Capitano, lui a Pavia è soprannominato il Guerriero): castrazione chimica, rimpatri subito “per i clandestini”, legittima difesa, no allo Ius soli (e durante la battaglia in aula su questa legge, lo smartphone di un grillino ha immortalato Centinaio gridare al presidente del Senato Piero Grasso “infame” e “terrone di m.”. In queste settimane è stato uno dei tessitori dell’alleanza con i 5 Stelle.
Anche se di loro, soltanto a gennaio, scriveva parole definitive: “Non accettiamo lezioni da questo branco di incapaci che non sa amministrare nulla”.

Fonte: La Repubblica