Si legge da più parti che il Pianeta, ormai è un malato quasi terminale, perché attaccato da una i incommensurabile ‘bomba’ batterica, da tutti conosciuta, ma passa per un killer misterioso.
Sono anni che si va avanti con la Conferenza di Rio sui cambiamenti climatici, – COP 21 o CMP 11 – quella che immediatamente ci viene in mente si è tenuta a Parigi, Francia è durata 12 giorni (30/11 – 12/12 anno 2015) che rientra nella Convenzione ONU sui cambiamenti climatici del 1992 nonché la sessione della riunione delle parti del protocollo di Kyoto del 1997.
Sono 195 i paesi coinvolti ma nella sostanza, tutti inquinano e fuggono dalle responsabilità.
Da lodare l’interessamento del Papa, nonché l’impegno – “Zero carbonio, zero povertà, non c’è lavoro su un Pianeta morto”. Il tutto ha prodotto un patto globale chiamato “accordo di Parigi”
L’accordo non vincola i paesi sarà fino a quando non meno di 55 produttori di oltre il 55% di gas “assassini” non avranno ratificato l’accordo. Ciò che stona è che il Paese che ratifica l’accordo sarà tenuto a fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni, ma il quantitativo sarà volontario, senza obblighi tutto volontario e a piacimento.
Provvedimenti inconcepibili, tutti sanno che l’inquinamento è più letale di guerre, più pericoloso di tutte le malattie infettive messe insieme è proprio il caso di affermare che <
L’unica nota positiva che le agenzie riportano e che il 51% dei giovani Italiani sono pronti ad “impegnarsi ancora di più su un tema che ormai tocca da vicino tutti”. E’ quanto emerge da una ricerca condotta su 2mila ragazzi tra i 20 e i 35 anni in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente. Una percentuale rilevante di giovani che “si sforza di invogliare amici e familiari a prendersi cura dell’ambiente e a spingerli sempre più verso il verde, anche per il desiderio “di lasciare un mondo pulito a chi verrà domani. Le preti che sono conosciute e vanno dallo spreco di acqua, al riciclo dei materiali e al risparmio energetico.
La scienza e la ricerca ci dicono che studiando il ghiaccio, la calotta antartica ha registrato ogni traccia d’inquinamento, anche quello di migliaia di anni fa. La neve che è caduta nel corso dei secoli, infatti si è depositata, strato su strato. Oggi si preleva con il sistema del carotaggio, cioè si estraggono campioni in profondità, si datano e si analizza la composizione dell’aria rimasta intrappolata nei cristalli di ghiaccio. In questo modo si ottengono informazioni sull’antica atmosfera della Terra e sulle sostanze che si trovavano nell’aria. Dopo aver visto che l’inquinamento non è solo un male dei nostri giorni, viene spontaneo chiedersi a che punto è oggi l’inquinamento ambientale e perché i Governi non investono seriamente in politiche per salvaguardare il Pianeta.
Il 5 giugno è un “momento”, nel mare dei secoli che testimoniano la nascita del sistema planetario, riguarda tutti noi, sarebbe il caso che gli altri noi che possono, oggi il contenuto del tema “Combattere l’inquinamento causato dalla plastica. Se non puoi usarla nuovamente, rifiutala, riciclala”. non sia la solita lacrima di circostanza.
Anche il nostro contributo individuale può essere importante per la sostenibilità ambientale e per offrire alle generazioni future un mondo che si regga sui suoi naturali equilibri. Lasciare come al solito, alle fantasie degli statisti le soluzioni a mezzo fax e comunicati stampa, risparmieremo il costo del carotaggio, perché lo strato dei nostri tempi è più nero degli idrocarburi che USA e company, estraggono regolarmente, come se gli uomini a questo mondo siano un optional.