HAAAA.. CHI?

Ago 21, 2019 | Dalla Confeuro

Nel bel mezzo dello splendore del sole di agosto un giovane grillo se ne stava sul ramo di un albero, quando udì poco più il là il canto d’una cicala.

Esso ascoltava totalmente estasiato, dopodiché decise di incontrarla.

” Oh, come canti bene !” esclamò il grillo.

” Canta pure insieme a me ! – rispose la cicala- canteremo sino a quando la luce della luna brillerà nel cielo! ”

Però prima di cantare, ti devi allenare. Puoi anche contare!

Si, fino a quanto?

Intanto fino a 60!

Figurati, uno, due, tre, …!

Che hai capito fino a 60.000.000.

Sessanta milioni di che?

Svegliati Ciccio, ti ho fatto pure lo sconto, i neri scartali!

Un dialogo surreale tra amici di fresco contratto.

Siamo in diretta, si stanno decidendo le sorti del Belpaese, tra gli scranni di Palazzo Madama, solo nervosismo, qualche parola di troppo, si decide quanto discutere la mozione di sfiducia, che pende sul capo del Governo.
Alcuni tra gli attori ha smesso la divisa da “beachgoers”, intolettati di tutto punto, menano le danze.

C’è chi prende e chi lascia, ci sono anche quelli di troppo, anche se tutti parlano a nome del popolo, dando i numeri, facendosi portavoce di 60 milioni di Italiani, che come da tempo accade, non sanno che si parla a loro nome.

Una volta si credeva che il contrario della verità fosse l’errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida e l’errore un altro errore. Le certezze sono impossibili niente può essere dato per scontato, ma ogni scelta in una Democrazia parlamentare, deve essere ponderata
e deve superare regole e paletti.

Il rovescio delle certezze aumenta le insicurezze e nello stesso tempo amplia il raggio del possibile. La verità è sempre la correzione di un errore, e quindi l’errore fa parte della verità.

Ogni verità che scopriamo, misura il tasso delle conoscenze. Ogni scoperta, migliaia di problemi. Ogni scoperta, superiore ignoranza.
Solo la “fede” è cieca, ma ci consente di vedere lontano.

Non stiamo divulgando scoperte sensazionali, ma l’avversione di molti cittadini, nei confronti di questo governo è spontanea, proprio per l’arroganza che li caratterizza nella gestione delle Istituzioni, dove ormai di democratico resta ben poco.

Stessa minestra da anni somministrata anche da certa stampa, che non riesce a nascondere i segni evidenti del “morbo della grancassa” che impone di amplificare ogni attimo ed ogni respiro di gente che agisce solo se utilizza le risorse dei contribuenti, siede e bivacca, nelle pubbliche Istituzioni.

Oppure è tutta un finzione? Ecco cosa riporta la stampa che ricostruisce i fatti.

“Di lui non riuscirò mai a parlare male, abbiamo lavorato bene e intensamente per tanti mesi, ma poi sono iniziati i no. Ma se in una coppia passi più tempo a litigare…”. Dopo aver unilateralmente creato un crepa tra gialli e verdi, le ultimissime del leader verde “sbiancato”, sono una dichiarazione d’amore, un nuovo corteggiamento, nei confronti dell’ex alleato di governo..(…)“Sono arrivate alcune proposte, le raccolgo. L’amico e collega Luigi Di Maio piu’ di una volta ha ribadito in questi giorni di votare il taglio dei 345 parlamentari e poi andiamo subito al voto. Prendo e rilancio. Si vota il taglio dei parlamentari e poi si va subito al voto. Noi ci siamo. Affare fatto”, aveva detto ieri Matteo Salvini parlando al Senato prima del voto sul calendario.

Insomma, il leader della Lega, pur avendo rotto con l’alleato, intimorito da ipotesi di alleanze alternative ha aperto le braccia all’ amico Gigino.
“Non mi sono mai piaciute quelle persone che fanno gli amici di tutti”, rilancia Di Maio..(…) “Quando due persone firmano un contratto dicendo che dura cinque anni, poi uno dei due tradisce con l’inganno, che amicizia ci può essere? Solo una settimana fa il ministro desnudo invocava il “datemi pieni poteri”, “regole ordine e disciplina”, comizio dopo comizio, turpiloquio dopo turpiloquio contro i tanti “rompi…”, e adesso annuncia che la Lega voterà una mozione di sfiducia contro il governo e quindi contro se stessa… è un po’ come dire ti tiro giù, ma oggi no, domani forse, dopodomani sicuramente per parafrasare il poeta, ovvero Giorgio Gaber.

Anche i proclami bellici sembrano meno convinti, i comizi più blandi, la mascella meno volitiva, in questa crisi più strampalata del mondo che sembra non arrivare mai a un punto fermo. Giocata sull’ambiguità delle parole, nella perdurante sensazione che si risolva in una pagliacciata.

La verità è che Salvini si è “incartato”, si sente incastrato, così è, nella classica situazione in cui avanti non riesce ad andare fino in fondo, indietro è difficile tornare. La spallata annunciata è diventato gioco politicista, incomprensibile per il paese, tattica pura, vecchiume di Palazzo, procedura. D’un tratto è scomparsa la sicumera sovranista, il mito della velocità, la fascinazione futurista.

Intanto, per quanto riguarda il debito pubblico italiano si registra un nuovo record: è aumentato di 21,5 miliardi rispetto al mese precedente a 2.386,2 miliardi, livello mai toccato prima.

Voi capite che non è proprio un annuncio definitivo, un game over, soprattutto in un partito che ha fatto della gergalità machista la sua cifra e del “me ne frego” un motto con cui gasare pure le spiagge. E allora, spieghiamola quest’orgia politicista che disvela una crisi arrivata all’impazzimento, nobilitato nella formula che i leghisti consegnano a microfoni spenti: “Una pausa di riflessione di qui a quando martedì Conte arriverà in Aula”.

Ecco, lo avevamo capito col suo discorso in Aula, la riapertura del gioco con i Cinque stelle, mai attaccati, “l’amico Di Maio contro cui non dirò mai una parola”, che le parole di Centinaio rivelano candidamente: “Se Luigi Di Maio vuole che la Lega ritiri la mozione, prende in mano il telefono, chiama Matteo Salvini, si incontrano e decideranno insieme se è il caso o meno di proseguire questa iniziativa di Governo”.

Intanto Il Grillo, è quasi giunto a 60:

“Appena finisco possiamo cantare insieme, non sto più nella pelle”

Lei: “bravo, caro, bravissimo, il problema è che dobbiamo informare tutti delle novità che bollano in pentola”.

Non solo gli italiani nulla sanno, cosa ormai consolidata che non scandalizza più di tanto, ma c’è una pressante richiesta, di conoscere chi fa i debiti in nome e per loro conto, e a chi devono firmare i pagherò.

Per evitare di sbagliare ti do una mano e contiamo insieme quanto fanno in euro 2.386 mila-miliardi, con lo sconto di 0,2. Mi raccomando scadisci chiaramente il passaggio, non possiamo imbrogliare!

C’è tempo solo fino a Martedì prossimo, prima che il presidente Conte riferìrà”.

Il Grillo, con stupore “A chi?”

“Al cantante!” Con voce brillante, limpida e trasparente la Cicala.