IL SOLE DI MEZZANOTTE (Iniziativa Comune)

Ott 22, 2018 | Dalla Confeuro

Chi l’avrebbe mai detto, il Belpaese ha tanti pregi, pochi difetti ma, soprattutto è teatro del Sole che
scalda, brucia, rinfresca è sempre pronto all’alba, non tramonta mai! Il nostro é un sole stupendo ma dispettoso, fino al punto che non si fa vedere per molto tempo in un paesino del Piemonte.
Al mondo ci sono due fenomeni straordinari che coinvolgono luce, sole e buio. Notte polare – quando arriva l’inverno molte zone del Nord Europa situate al Circolo Polare Artico piombano al buio o in un crepuscolo di luce rarefatta che garantisce una certa luminosità, ma senza mai il sole alto in cielo. In pratica tutto dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre con l’emisfero nord che si allontana rispetto al Sole, impedendo ai raggi di arrivare al Polo.
Notte artica – L’inverso avviene nell’emisfero australe man mano che si scende verso il Circolo Polare Artico si osserva il fenomeno del “sole di mezzanotte” in estate, si può ammirare in Norvegia e in Finlandia. Oltre alla notte artica, qui potrete assistere all’affascinante spettacolo dell’aurora boreale.
Senza andare così lontano, anche da noi c’è un luogo che durante l’inverno piomba nel buio, senza mai vedere il sole per mesi, se non la luce riflessa.
Il paese senza sole in inverno, si chiama Viganella ed è un piccolo borgo di montagna del Piemonte, nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. La particolarità di Viganella sta proprio nel fatto che ogni anno dall’11 novembre al 2 febbraio il sole scompare, nascosto dalla montagna di fronte, alta 2.000 metri. In tardo autunno e inverno il sole scende sull’orizzonte e anche se non siamo al Polo Nord la valle qui è molto stretta e le alte montagne che la circondano oscurano il sole.
Per fare in modo che anche in inverno ci fosse il sole e stato installato un grande specchio sulle montagne sopra il paese, che riflettesse la luce solare in modo da farla arrivare in paese. Lo specchio, di 8 metri per 5, realizzato da un gruppo di ingegneri e architetti, ha fatto balzare Viganella agli onori delle cronache, anche internazionali, dando al piccolo borgo piemontese una fama inaspettata. Viganella d’inverno praticamente vive di luce riflessa.
Per farla breve questo pazzo pazzo mondo è ricco di bellezze e fenomeni strabilianti naturali.
Purtroppo nonostante i pericoli legati al cambiamenti climatici siano noti praticamente a tutti, non si riesce ad andare molto oltre alla constatazione della cosa. Un’incoerenza di fondo, dovuta alla solita vecchia storia degli interessi economici in gioco. Intanto il Comitato economico e sociale Ue (Cese) ha proposto di dedicare il 40% della spesa europea alla lotta contro il cambiamenti climatici e le sue conseguenze ambientali, economiche e sociali. Anche il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), ha allertato i paesi in merito alla necessità di un’inversione di rotta verso un nuovo paradigma, sostenendo e finanziando nuove azioni sostenibili.

Non è solo una questione di responsabilità nei confronti delle generazioni future (come se non fosse sufficiente questo a determinare un cambio d’approccio al problema). “Oltre all’impegno dal punto di vista nazionale, occorre promuovere un modello sostenibile a livello europeo”; senza rinvii e titubanze altrimenti tutto potrebbe peggiorare a breve.
L’Unione europea, afferma il Comitato economico e sociale, dovrebbe direttamente incoraggiare e supportare la crescita condivisa, di cui beneficerebbero tutti gli individui. Anche perché “Non ci può essere lavoro né imprenditoria in un mondo che lentamente muore”.
Oggi impazza l’Estrattivismo e cioè l’accaparramento di diversi tipi di ricchezza da parte di grandi interessi privati, nazionali o esteri, ai danni di comunità locali che da quella ricchezza dipendono. Fanno parte di questa logica, le grandi infrastrutture che, oltre a consumare suolo, svolgono la funzione di trasporto e allontanamento delle risorse dal luogo di origine, come anche i meccanismi di speculazione finanziaria connessi alla realizzazione di mega-opere. E poi ci sono gli abusi, le vittime; viene ricordato che secondo l’ultimo rapporto di Global Witness sono più di 200 i difensori dell’ambiente morti ammazzati. La maggior parte sono in America Latina, Africa, Asia.
Ma anche l‘Europa ha i suoi morti, l’ultimo pochi giorni fa, un giovane giornalista, durante lo sgombero della foresta di Hambach in Germania, dove centinaia di persone protestavano contro una miniera di lignite che l’avrebbe distrutta!
Queste rivelazioni sommate ad altri elementi evidenziano che ovunque si combatte una – battaglia – tra Stato e difensori dell’ambiente. Bisogna necessaria mente rilevare che spesso lo Stato si fa cane da guardia degli interessi privati. Mentre chi viene accusato di rifiutare il progresso in relazione a egoismo, localismo e ignoranza, in realtà si oppone a quel modello economico globale palesemente ingiusto che sta portando il Pianeta al collasso.
A tutto questo si aggiunge l’Ecomafia. Basta leggere il Rapporto presentato da Legambiente alla Camera dei Deputati dove è ben evidenziato che nel 2017 il fatturato un + 9,4% per un totale di 14,9 miliardi di euro.( traffico di rifiuti, cemento abusivo, mattanza animali e specie protette o truffe sull’agroalimentare made in Italy).
Bisogna preparare una cassetta europea degli attrezzi che si opponga con mezzi adeguati all’economia illegale che oltre a danneggia l’ambiente sta destabilizzando singoli paesi in particolare e tutta l’Europa.
Imprecare e manifestare sui temi dell’ambiente riteniamo sia ormai un esercizio superato, occorre una seria campagna di lotte e soprattutto chi manovra le leve deve rendersi conto che “la vita fa il pari con l’Ambiente”. Quando la scienza e la ragione non ci possono aiutare, solo una cosa può salvarci: la nostra coscienza. Perciò abbiamo bisogno di un’ecologia dell’anima (Hillman).

Gruppo di Cooperazione e di Proposte