IL VALORE AGGIUNTO DI UN PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO CERTIFICATO COME BIOLOGICO

Lug 10, 2018 | Dalla Confeuro

La certificazione di un prodotto non è una medaglia per chi la detiene, bensì una rete di protezione per il consumatore. La legge non impone di produrre e vendere prodotti biologici. Però, fatta la scelta, la norma stabilisce le regole, fra le quali l’assoggettamento a un sistema di controllo. Un prodotto certificato così deve passare due livelli di controllo: quelli previsti per qualsiasi alimento e quelli specifici del biologico. La certificazione in sé è una sintesi; il valore aggiunto va ricercato nelle attività di controllo effettuate su chi produce e/o immette il prodotto sul mercato.
“L’impresa che non si adegua agli standard produttivi richiesti un po’ da tutti i canali commerciali, corre un rischio di natura strategica”. A dirlo è Angelo Maugeri CEO di Ecogruppo Italia Srl, azienda impegnata, da oltre 25 anni, proprio sul fronte della certificazione biologica, che vanta inoltre una grande esperienza nel settore ortofrutticolo internazionale.
“Se il canale commerciale, che magari per anni ha offerto alla propria clientela prodotti convenzionali, decide di proporre gli stessi articoli ma biologici, l’impresa fornitrice che non si adegua esce da quel mercato – continua il CEO di Ecogruppo Italia – I rapporti commerciali si disgregano, quasi sempre senza una seconda possibilità. C’è da considerare poi il rischio giuridico, nel caso l’azienda tentasse di piazzare come biologici prodotti non conformi alla norma. Le sanzioni sono severe e commisurate alla gravità: dall’obbligo di ritirare il prodotto all’espulsione dal sistema di controllo, dalle sanzioni pecuniarie fino a vere e proprie ipotesi di reato penale”.
“Non può esserci sul mercato un prodotto biologico non certificato – sottolinea Maugeri – Il termine ‘biologico’, il logo europeo associato a queste merci e il codice identificativo dell’ente di controllo possono comparire solo su prodotti certificati. Ogni altro uso è perseguibile. Per quanto riguarda la garanzia nei confronti del consumatore, un aspetto spesso sottovalutato è che i controlli non sono semplicemente sul prodotto, ma su tutta la filiera”.
Occorre essere consapevoli che, ad esempio, il pomodoro fresco o le pere che acquistiamo al supermercato non provengono direttamente da chi li ha coltivati in campagna. I passaggi sono molteplici e, se i controlli riguardassero solo la produzione, aumenterebbero il rischio che arrivi in vendita un prodotto differente o difforme da quello che il consumatore genuinamente crede di acquistare. Il prodotto e chi lo detiene, invece, sono controllati a ogni passaggio. Sotto la lente vi sono anche quelle figure di intermediazione commerciale che magari la merce non la vedono neanche.

Fonte: FreshPlaza